Le sei relazioni articolari della spalla: analisi vettoriale e trattamento causale
È un sistema di sei relazioni articolari che operano simultaneamente:
Ogni alterazione in una di queste relazioni coinvolge le altre. È per questo che trattamenti focalizzati sulla sola gleno-omerale spesso falliscono o producono recidive.
Questo corso insegna a identificare quale combinazione di relazioni sia alterata nel quadro specifico, e quali forze muscolari — attraverso i loro accorciamenti — determinino la configurazione scheletrica responsabile del sintomo.
La maggior parte degli approcci tratta la spalla come se fosse un'articolazione isolata.
Ma i muscoli che agiscono su questo distretto hanno inserzioni multiple — su scapola, omero, coste, vertebre, osso ioide — e producono forze che si influenzano reciprocamente.
Trattare un singolo elemento senza considerare il sistema significa spostare il problema, non risolverlo.
La soluzione: analisi vettoriale delle dominanze muscolari
I muscoli generano forze.
Queste forze hanno direzione, verso e intensità — sono vettori, misurabili secondo le leggi della fisica.
Quando più muscoli agiscono su una stessa struttura, le loro forze si sommano.
Se la somma è sbilanciata, si crea una dominanza: la struttura si sposta nella direzione della forza prevalente.
Questo non è un modello interpretativo. È fisica applicata.
Esempio: perché la scapola è sempre addotta
Gli adduttori della scapola (trapezio superiore, medio e inferiore, elevatore della scapola, romboidi, gran dorsale) hanno una linea di forza complessiva nettamente superiore a quella del gran dentato, unico abduttore.
Risultato: al di fuori di patologie congenite, le scapole sono sempre addotte. Non "spesso" — sempre. È una conseguenza meccanica inevitabile dell'anatomia.
Comprendere questo cambia l'approccio terapeutico: non si tratta di "rinforzare" muscoli deboli, ma di normalizzare le forze che determinano la configurazione scheletrica.
Il conflitto anteriore di spalla non è un evento casuale. È la conseguenza meccanica prevedibile di due movimenti opposti simultanei:
Questi due spostamenti convergono, riducendo lo spazio disponibile.
Il conflitto è il risultato geometrico di forze misurabili.
Capire il meccanismo significa poter intervenire sulle cause, non solo gestire le conseguenze.
Le sublussazioni della testa omerale e dell'articolazione sterno-claveare non sono solo reperti che possono essere associati alle problematiche di spalla.
Possono esserne la causa.
Quando presenti, il sistema nervoso attiva meccanismi di protezione che possono squilibrare regioni scheletriche anche lontane.
Il sintomo può manifestarsi dove meno ce lo aspettiamo.
Il corso include test specifici per identificare queste sublussazioni e tecniche per il loro trattamento integrato.
Un approccio basato su leggi fisiche
Questo corso non propone un "metodo" da applicare. Insegna a leggere le forze che agiscono sullo scheletro e a dedurne le conseguenze meccaniche.
Precisione terminologica — Usiamo "proiezione anteriore della scapola" invece di "anteposizione di spalla" perché l'analisi vettoriale dimostra che la scapola si sposta anteriormente mantenendo l'adduzione, non sostituendola. La terminologia tradizionale genera confusione clinica.
Dominanze prevedibili — Le asimmetrie nelle linee di forza muscolari producono configurazioni scheletriche specifiche. Non sono possibilità — sono conseguenze meccaniche che si verificano in modo costante.
Visione sistemica — Dal complesso della spalla al gomito, polso e mano, la complessità diminuisce progressivamente. Questo guida la logica diagnostica: i pattern distali, più semplici, aiutano a risalire alle cause prossimali.
Ridurre la Forza Resistente per liberare la Forza Lavoro
Un muscolo accorciato non è un muscolo debole. È un muscolo inefficiente.
L'accorciamento delle componenti connettivali aumenta le resistenze interne: il muscolo deve spendere energia per vincere i propri attriti prima di produrre movimento utile. È come un motore perfettamente funzionante collegato a un freno tirato.
L'obiettivo terapeutico non è "rinforzare" — è ridurre la Forza Resistente per rendere disponibile la Forza Lavoro che il muscolo già possiede.
Perché le contrazioni isometriche in massimo allungamento
Le componenti connettivali del muscolo (membrane, tendini, tessuto interposto) hanno un coefficiente di elasticità inferiore a 1. Questo significa che mantengono deformazioni residue proporzionali alla forza applicata e al tempo di applicazione.
Lo stesso principio fisico che causa l'accorciamento ne permette la reversibilità — ma a una condizione precisa.
Durante una contrazione isometrica in massimo allungamento:
Se la contrazione avviene sotto il massimo allungamento disponibile, l'effetto si inverte: le componenti connettivali vengono compresse, non trazionate. Risultato: ulteriore accorciamento.
Questo spiega perché molti approcci — pur tecnicamente corretti — non producono risultati stabili: lavorano sul muscolo giusto ma nella posizione sbagliata.
Trattare un singolo muscolo accorciato è tecnicamente semplice. Il problema è che il corpo non funziona a compartimenti.
La metafora del tetto che si abbassa
L'accorciamento muscolare sistemico può essere paragonato all'abbassamento progressivo del tetto di una stanza. Per continuare a starci dentro, ogni persona sviluppa strategie adattative: flette le ginocchia, inclina il tronco, ruota la testa.
Queste strategie, seppur funzionali nell'immediato, mantengono e rinforzano il problema.
Il rischio del lavoro solo locale
Se durante il trattamento di un muscolo intrarotatore dell'omero il paziente attiva in co-contrazione elevatore della scapola, romboidi e paravertebrali, il tetto si abbassa. Il sistema registra un aumento complessivo della tensione. In pochi giorni l'omero tornerà in intrarotazione.
Il rischio del lavoro solo sistemico
Lavorare genericamente sul "riequilibrio posturale" senza affrontare il conflitto meccanico specifico può far sentire il paziente "più sciolto", ma il dolore persiste perché il conflitto sub-acromiale non è stato risolto.
L'integrazione necessaria
Il trattamento efficace richiede lavoro analitico sui singoli muscoli in accorciamento, controllo costante degli effetti sistemici durante l'esecuzione, e verifica che il "tetto" non si abbassi mentre si corregge il problema locale.
Il criterio di efficacia
A fine seduta devono verificarsi contemporaneamente:
Se manca anche uno solo di questi elementi, i risultati saranno instabili e il sistema tenderà a ritornare all'equilibrio disfunzionale precedente.
Questo corso si inserisce nel paradigma EIMRM (Evidence-Informed & Mechanistically-Reasoned Medicine), un'evoluzione dell'approccio Evidence-Based che integra tre dimensioni:
Evidence-Informed Utilizzo sistematico delle evidenze empiriche disponibili — studi clinici, RCT, outcome documentati — come riferimento per la pratica.
Mechanistically-Reasoned Ragionamento clinico fondato su principi verificabili: meccanica vettoriale, comportamento elastico dei tessuti, fisica delle forze applicate al sistema muscolo-scheletrico. Non solo "cosa funziona", ma "perché funziona".
Clinicamente verificabile Ogni intervento terapeutico produce effetti osservabili e misurabili: modifiche degli assi articolari, variazioni delle risultanti di forza, risposte funzionali documentabili nel tempo.
Il paradigma EIMRM riconosce che un intervento efficace deve essere contemporaneamente supportato da evidenze, coerente con i principi fisici che governano il corpo, e verificabile attraverso outcome clinici concreti.
Questo approccio permette di superare la dicotomia tra "manuale" e "scientifico", collocando l'analisi biomeccanica all'interno di un modello clinico razionale e trasparente.
Al termine del corso saprai:
ANALISI
Valutare il sistema delle sei relazioni articolari della spalla — Identificare quale combinazione di relazioni è alterata nel quadro specifico, distinguendo cause primarie da compensi secondari.
Leggere le dominanze vettoriali — Riconoscere come la somma delle forze muscolari determini configurazioni scheletriche prevedibili: adduzione scapolare, intrarotazione omerale, proiezione anteriore della testa dell'omero.
Analizzare il meccanismo del conflitto scapolo-omerale — Comprendere come l'adduzione posteriore della scapola e la proiezione anteriore della testa omerale convergano geometricamente nel generare il conflitto.
Testare le sublussazioni — Valutare la presenza di sublussazioni sterno-claveari e omerali e comprendere il loro impatto sui compensi a distanza.
Distinguere i quadri del gran dorsale — Riconoscere il "quadro A" (scapola discendente, raro) dal "quadro B" (scapola elevata, frequente) e le rispettive implicazioni sulla configurazione dell'intero arto superiore.
Estendere l'analisi alle articolazioni distali — Applicare la stessa logica vettoriale a gomito, polso e mano, dove pattern più semplici facilitano l'identificazione delle cause prossimali.
TRATTAMENTO
Applicare le contrazioni isometriche in massimo allungamento — Eseguire correttamente la tecnica che produce allungamento delle componenti connettivali, evitando le posizioni che causano ulteriore accorciamento.
Distinguere tra Forza Resistente e Forza Lavoro — Valutare l'efficienza muscolare reale, riconoscendo che un muscolo "resistente" non è un muscolo forte ma un muscolo con elevati attriti interni.
Integrare lavoro analitico e controllo sistemico — Trattare il muscolo specifico responsabile del conflitto mantenendo l'osservazione costante degli effetti sul sistema complessivo.
Riconoscere e prevenire i compensi in peggioramento — Identificare le co-contrazioni che "abbassano il tetto" durante il trattamento e modificare l'approccio di conseguenza.
Trattare le sublussazioni in modo integrato — Applicare tecniche di correzione simultanea su testa omerale, scapola e sterno-claveare, evitando che la correzione di un elemento aggravi gli altri.
Verificare l'efficacia del trattamento — Utilizzare i quattro criteri di verifica (miglioramento locale, aumento spazio sistemico, riduzione tensione complessiva, maggiore efficienza) per valutare la stabilità dei risultati.
- Fisioterapisti
- Medici
- Osteopati
- Massofisioterapisti
- Durata: 4 giorni in presenza – 32 ore
- Costo: 500 euro (in qualità di Proveder ECM n. 1701 il corso è in esenzione IVA)
- Crediti ECM: 41,6
Dott. Mauro Lastrico — Fisioterapista specializzato nella biomeccanica dell'arto superiore, con focus su analisi vettoriale muscolare, ritmo scapolo-omerale e disfunzioni integrate spalla-torace-colonna cervicale.
Dott.ssa Laura Manni — Fisioterapista esperta in approccio posturale sistemico e trattamento delle disfunzioni articolari dell'arto superiore con tecniche attive e manuali combinate.
La docenza varia in base alla sede. Entrambi i docenti garantiscono lo stesso standard didattico, clinico e metodologico.
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