Lo "Stress" : Lo Stress tra Psiche e Soma : tecniche di rilassamento Dott.ssa Alessandra Capozza Definizione Quando diciamo "mi sento stressato", solitamente, intendiamo esprimere una situazione di disagio psicofisico. Infatti, il termine stress, dall’inglese "pressione, sollecitazione", è entrato nel linguaggio corrente e viene comunemente associato a sensazioni di affaticamento, di ansia e di tensione muscolare per sovraccarico di stimoli. Un po’ di storia Agli inizi degli anni 30 Selye, impegnato in una serie di ricerche volte all’individuazione di un nuovo ormone sessuale, iniettò degli estratti ovarici in alcune cavie e rilevò che l’organismo reagiva con un ingrossamento della corteccia delle ghiandole surrenali e aumento della loro attività (maggiore secrezione di adrenalina, noradrenalina e corticosteroidi); con un rimpicciolimento del timo, della milza, dei gangli linfatici e dei tessuti linfoidi del corpo; con ulcere gastriche e duodenali. Cambiamento, adattamento e stress Nel corso della vita ci confrontiamo spesso con situazioni che richiedono un continuo sforzo di adattamento : alcune di esse sono obiettivamente difficili da gestire, altre meno complesse o dolorose. Anche le esperienze desiderabili e positive sono potenziali stressori, poiché costituiscono dei cambiamenti rispetto al normale ritmo di vita e in quanto tali comportano un adattamento. Possiamo, quindi, riconsiderare la definizione stress intendendolo adesso come uno stato di tensione psicofisica dell’organismo nello sforzo di adattamento ad una nuova situazione. Distress ed eustress Accanto ad una tensione positiva, o eu-stress(dal greco eu = bene), ne esiste una negativa o distress (dal greco dis=suffisso che indica qualcosa di negativo e distruttivo). Dai primi segnali di stressalle malattie psicosomatiche Oltre ai grandi eventi della vita , agiscono da stressori anche i problemi di tutti i giorni. Ciò significa che le cause di stress possono accumularsi giorno dopo giorno e dar luogo a una serie di campanelli d’allarme e a somatizzazioni. E’ importante porre attenzione ai diversi indicatori dello stress. Quando la tensione raggiunge la soglia critica, la risposta di stress si manifesta con reazioni a livello fisiologico, emotivo e comportamentale. Per di più sintomi quali stanchezza, dolori al collo e alle spalle, mal di testa, non sono considerati malattia e quindi vengono trascurati. Accanto ad essi compaiono segnali emotivi come ansia, irrequietezza ed aggressività, spesso ci si chiude in se stessi come se l’energia vitale fosse esaurita. Non sempre siamo in grado di riconoscere questi sintomi, troppo intenti a rispettare impegni gravosi ed urgenti, a scapito del nostro ritmo interiore. E’ solo nella fase più avanzata dello stress che i campanelli d’allarme, che per lungo tempo hanno infastidito la persona, diventano sintomi di una malattia, quando il continuo stato di tensione e l’azione intensa dei corticosteroidi porta all’abbassamento delle difese immunitarie . Ecco allora che alcuni individui potranno sviluppare una maggiore vulnerabilità ai disturbi coronarici, altri a malattie del sistema respiratorio piuttosto che gastroenterici e così via.Che cosa fare? Secondo una visione centrata sulla totalità della persona, non solo nell’identità psichica, ma anche in quella somatica, rintracciamo la storia personale di ognuno di noi. Nell’individuo, che vive una condizione di stress, la conoscenza di sé e l’autopercezione sono fortemente ridotte e distorte : l’incapacità di esprimere le proprie emozioni, le tensioni accumulate nella struttura muscolare e la difficoltà a lasciar fluire l’energia, riducono sempre più la sensibilità e la vitalità del corpo e della mente. Sulla base di quanto abbiamo detto fino ad ora, poiché reagiamo in modo personalizzato alle situazioni stressanti, ognuno di noi può : da un lato, migliorare le relazioni con il proprio ambiente, identificando i propri stressori ed agendo direttamente su di essi per evitarli, ridurli o adattarli a sé ( ad esempio, sviluppare limiti e aspettative più realistici, essere assertivi, avere obiettivi, un’idonea scala di priorità, imparare a gestire il proprio tempo) ; dall’altro rieducarsi all’ascolto di sé, del proprio corpo, dei ritmi personali e prestare attenzione ai campanelli di allarme. Se la situazione di disagio psicofisico non richiede l’intervento di una vera e propria psicoterapia, si possono apprendere tecniche di rilassamento, che hanno la finalità di allentare le tensioni muscolari e psichiche attraverso una serie di esercizi specifici. Il primo passo è verso la consapevolezza : entrare in contatto col proprio corpo e percepirne lo stato di tensione e di contrattura. Se, ad esempio, la lettura corporea sottolinea la tendenza a trattenere il respiro nella parte alta del corpo, ecco allora la ricerca di una respirazione profonda, calma e completa. Si procede poi con esercizi di rilassamento muscolare e di visualizzazione di immagini, ritrovando sensazioni di fluidità, energia e benessere. Tecniche utili in tal senso sono : il controllo della respirazione, il rilassamento progressivo di Jacobson, il biofeedback, il training autogeno, lo shiatsu, l’antiginnastica (o Ginnastica di Rieducazione Posturale), il massaggio, la meditazione, lo yoga. Utilizzare regolarmente tecniche di rilassamento offre non solo la possibilità di un recupero delle conseguenze prodotte dallo stress, ma costituisce anche un’efficace strategia di prevenzione. Se la persona ne avverte l’esigenza, si può proseguire verso l’approfondimento conoscenza di sé ed intraprendere un vero e proprio percorso psicoterapeutico.
Bibliografia : M. Farnè "Lo stress" (Il mulino Editore1999) ; S. Ceppellini "Ansia e stress. Riconoscerli, curarli, guarirli" (De Vecchi 1999); R. Rossi "Gestire lo stress" (De Vecchi Editore 1999) M. Argyle "Il corpo e il suo linguaggio" (Zanichelli 1991) D. Boadella - J. Liss "La psicoterapia del corpo" (Astrolabio 1986) A. Schutzenberger – M.J. Sauret "Il corpo e il gruppo" (Astrolabio 1978) |
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