Biomeccanica: rapporto scapolo-costale
Dott. Ft Mauro Lastrico
Estratto da:
"Biomeccanica muscolo-scheletrica e metodica Mézières"
Autore: dott. Mauro Lastrico
Marrapese Editore
I muscoli agenti possono determinare un posizionamento dellla "spalla" in alto, in basso, in anteposizione ed in retroposizione.
Spalla alta
Determinata principalmente dalla sommatoria del gran dorsale e dei cranio-cervico-toraco-scapolari o solo da quest'ultimi.
Modesta risalita causata dai fasci medi del trapezio.
La clavicola avrà un andamento ascendente.
Se implicato il gran dorsale si avranno in associazione una maggior convessità laterale toracica e l'elevazione dell'emibacino.
Tra i cranio-cervico-toraco-scapolari avremo quadri in associazione diversi, in base al muscolo dominante:
Poiché tutti i muscoli agenti lavorano in sommatoria di azione, si potranno avere quadri associati.
Spalla bassa
Determinata dal gran dorsale omolaterale, in associazione concavità laterale toracica omolaterale ed emibacino omolaterale elevato.
La clavicola avrà andamento discendente.
Spalla anteposta
I vettori dominanti sono rappresentati: dagli intrarotatori omerali ed in associazione l'omero risulterà intraruotato; dal bicipite brachiale e dal coracobrachiale, in associazione il gomito flesso; dal piccolo pettorale, in associazione una maggior convessità anteriore delle coste dalla terza alla quinta e la sporgenza posteriore dell'angolo inferiore della scapola.
Poiché gli intrarotatori ed i flessori omerali sono vettorialmente sottodominanti rispetto agli adduttori scapolari, clinicamente l'apparente anteposizione della spalla si presenta frequentemente con un quadro dissociato: testa dell'omero omero anteposta ed intraruotata, scapola addotta.
Spalla retroposta
Determinata dagli adduttori scapolari (romboidei, fasci inferiori e medi del trapezio). La scapola sarà addotta e sporgente posteriormente rispetto alle spinose delle vertebre toraciche. Le vertebre toraciche potranno presentare un convessità omolaterale per rotazione controlaterale dei corpi vertebrali.
Il muscolo antagonista all'adduzione, il dentato anteriore, risulta vettorialmente sottodominante
La scapola è "appoggiata" sulla gabbia toracica ed in condizioni fisiologiche dovrebbe posizionarsi al lato del torace con il margine mediale in linea con il processo spinoso di D5.
In senso cranio-caudale, la posizione della scapola è mantenuta dall'azione antagonista tra i muscoli che la elevano e quelli che la deprimono.
In senso latero-laterale, la posizione della scapola sul torace è mantenuta dall'azione degli adduttori scapolari (romboidi, fasci inferiori e medi del trapezio, porzione del gran dorsale che unisce le vertebre toraciche all'angolo inferiore della scapola e all'omero) e dal dentato anteriore che ha azione abducente (esteso dalle prime nove coste a tutto il margine mediale, all'angolo supero mediale ed all'angolo inferiore della scapola).
Le linee di forza del dentato anteriore sono più brevi e minori di quelle espresse dagli adduttori scapolari e quindi il dentato anteriore risulta essere sottodominante.
L'azione dominante sulla scapola è, dunque, in adduzione vertebrale.
Il margine mediale della scapola risulta sporgente e posteriore alla spinosa di D5, non per "debolezza" del dentato anteriore ma per l'eccesso di tensione degli adduttori che proiettano anteriormente le vertebre toraciche da D3 a D6 e conseguentemente le coste.
Non è la scapola che "esce" ma vertebre e coste che "entrano".
La sporgenza del margine mediale della scapola è anche determinata dall'aumento di tensione del dentato anteriore causata dal suo tentativo di opporsi alla forza di trazione esercitata dagli adduttori.
Nei quadri in cui la spalla è in anteposizione, è necessario diversificare tra la posizione dell'omero e quella della scapola: spesso la spalla appare in anteposizione per effetto dell'intrarotazione omerale, mentre la scapola risulta in adduzione.
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