Dall'anca al piede: dominanze vettoriali, inversioni di azione e meccanismi adattativi sotto carico
Dysfunctions of the hip, knee, and foot cannot always be assessed in isolation.
Axial deviations, joint instability, and recurrent pain are often the result of dysfunctional muscular forces that spread along the entire lower limb and connect biomechanically to the thoracolumbar spine.
In this course, we will work with both analytical and systemic approaches:
Analytical, in identifying and treating the imbalance of muscular forces acting on a given joint, responsible for altering its physiological articular sequence (e.g., genu valgum, high arch, etc.);
Systemic, in evaluating and treating peripheral symptoms related to the biomechanical connections between the lower limb and the thoracolumbar spine.
The goal is to move beyond the limitations of a segmental and symptomatic approach,
and to acquire a clinically relevant, functionally integrated view.
⚙️ A New Clinical Logic
Many lower limb dysfunctions do not originate where the symptom appears.
Axial deviations, functional recurrences, and joint instability may be the result of dysfunctional forces distributed throughout the entire musculoskeletal system,
not just within the symptomatic area.
👉 That’s why a segmental assessment may not be enough to explain — or resolve — the clinical picture.
✳️ When the Problem Starts Elsewhere
Have you ever treated a painful foot or an unstable knee,
but had the feeling that the real problem was somewhere else?
This course starts from that intuition:
the body behaves like a system, and to truly intervene, you need a biomechanical model capable of capturing its functional complexity.
🔍 Structure your clinical reasoning. Treat where it truly matters.
A hands-on course for physiotherapists and osteopaths, designed to help you identify and treat dysfunctional muscular forces affecting the entire lower limb — from peripheral joints to their biomechanical interactions with the thoracolumbar spine.
✨ A Biomechanical Language to Understand the Body’s Complexity
You will learn specific techniques based on the idea that the muscular system, when subject to connective tissue shortenings, influences joint adaptation like a “short rope” that forces the skeleton to find new trajectories.
These shortenings create the conditions for intra-articular conflict, instability, and axial deviations.
Through practical exercises and functional mapping, you’ll learn to interpret clinical signs through a biomechanical lens and act on the underlying causes of joint misalignment.
This course provides practical and clinically effective tools to:
Analyze biomechanical dysfunctions of the hip, knee, and foot
Understand functional relationships and compensations involving the thoracolumbar spine
Design active and passive interventions aimed at reducing abnormal compressive forces and restoring proper joint alignment
The approach integrates joint biomechanics, vector analysis, and treatment of mechanical misalignments,
with particular focus on axial deviations and dynamic imbalances of the lower limb.
Throughout the course, you will learn to:
Assess axial deviations (valgus, varus, etc.) and adaptive muscular and joint compensations
Analyze the influence of myofascial vectors on joint instability and dysfunction
Treat hip, knee, and foot dysfunctions with an integrated approach, using:
• Manual techniques for shortened or inhibited muscles
• Active exercises to reorganize kinetic chains
• Specific interventions targeting breathing dynamics and lumbar curvature
Integrate local assessment with spinal biomechanics to gain a systemic understanding of musculoskeletal dysfunctions
📅 4 days – 32 hours – 50% theory / 50% practice
The course is structured around:
Articular and vector-based biomechanics
Functional assessment focused on biomechanical connections
Active and passive treatments aimed at normalizing dysfunctional muscular forces
🎯 Each technique is first demonstrated on a participant, then practiced in small groups.
All hands-on work is closely supervised to reinforce clinical reasoning and operational effectiveness.
Il piriforme può entrare in sofferenza per due ragioni opposte:
Scenario 1 — Contenimento: Se la testa del femore è spinta in intrarotazione e abduzione (come nel valgismo di ginocchio), il piriforme deve attivarsi ad alta intensità per contenere l'articolazione. Aumenta la sua Forza Resistente per mantenere tensione.
Scenario 2 — Accorciamento: Nel varismo di ginocchio, la testa del femore viene spinta all'interno dell'acetabolo. Il piriforme, con le inserzioni in avvicinamento, deve lavorare con tono basale aumentato per essere efficace come legamento dinamico.
In entrambi i casi: aumento della Forza Resistente, riduzione della Forza Lavoro disponibile, sovraccarico, possibile compressione del nervo sciatico.
La diagnosi differenziale richiede l'analisi delle dominanze vettoriali dell'intero arto, non solo l'esame locale del muscolo.
Analogamente, la sindrome del piriforme può essere determinata dall'intra o extra rotazione della testa del femore all'interno dell'acetabolo.
Le alterazioni del ginocchio seguono una sequenza logica determinata dall'intensificarsi degli accorciamenti muscolari:
Fase 1: Iperestensione + intrarotazione — La coppia ischiocrurali-tricipite surale, sotto carico, spinge il ginocchio in estensione. Gli intrarotatori (semitendinoso, semimembranoso) aggiungono la componente rotatoria.
Fase 2: Flessione + extrarotazione — Quando l'accorciamento progredisce oltre il limite articolare dell'iperestensione, le linee di forza si invertono nuovamente. Il ginocchio passa in flessione, la rotazione si inverte.
Implicazione clinica: Un ginocchio apparentemente in buona posizione potrebbe aver già esaurito le prime direzioni e trovarsi nelle fasi successive. La valutazione deve considerare la storia del quadro, non solo lo stato attuale.
Analisi delle dominanze in funzione del carico
Non esistono muscoli "flessori" o "estensori" in assoluto. Esistono forze che producono effetti diversi in funzione del punto fisso. Questo corso insegna a leggere le dominanze distinguendo sistematicamente tra condizioni di carico e scarico.
Riconoscimento dei meccanismi adattativi
Quando i muscoli locali non possono bilanciare una dominanza, il sistema recluta muscoli di altri distretti. Il piede piatto compensato da rotazione femorale è un esempio. Questo corso insegna a riconoscere questi meccanismi prima di intervenire.
Comprensione delle concatenazioni obbligate
Un'alterazione del ginocchio modifica necessariamente le forze nell'acetabolo. Un'alterazione del piede si ripercuote sul ginocchio. Questo corso analizza le concatenazioni meccaniche che collegano i tre distretti.
L'unicità dell'arco mediale
L'arco mediale plantare, con tutti i vettori in sommatoria, richiede una lettura specifica. Questo corso spiega perché il vero piede piatto è raro e come distinguerlo dai meccanismi adattativi.
Ridurre la Forza Resistente per liberare la Forza Lavoro
Un muscolo accorciato non è un muscolo debole. È un muscolo inefficiente.
L'accorciamento delle componenti connettivali aumenta le resistenze interne: il muscolo deve spendere energia per vincere i propri attriti prima di produrre movimento utile.
L'obiettivo terapeutico non è "rinforzare" — è ridurre la Forza Resistente per rendere disponibile la Forza Lavoro che il muscolo già possiede.
Perché le contrazioni isometriche in massimo allungamento
Le componenti connettivali del muscolo mantengono deformazioni residue proporzionali alla forza applicata e al tempo di applicazione.
Durante una contrazione isometrica in massimo allungamento, le porzioni contrattili esercitano una trazione sulle componenti connettivali, producendo un allungamento residuo.
Se la contrazione avviene sotto il massimo allungamento disponibile, l'effetto si inverte: ulteriore accorciamento.
La doppia logica: analitica e sistemica
Il trattamento dell'arto inferiore richiede particolare attenzione agli effetti sistemici. Un intervento sul piede può scaricarsi sull'anca. Un lavoro sull'anca può destabilizzare la colonna.
A fine seduta devono verificarsi contemporaneamente: miglioramento del problema locale, aumento dello spazio sistemico disponibile, riduzione complessiva della tensione muscolare, maggiore efficienza del movimento.
Se manca anche uno solo di questi elementi, i risultati saranno instabili.
Questo corso si inserisce nel paradigma EIMRM (Evidence-Informed & Mechanistically-Reasoned Medicine), un'evoluzione dell'approccio Evidence-Based che integra tre dimensioni:
Evidence-Informed Utilizzo sistematico delle evidenze empiriche disponibili — studi clinici, RCT, outcome documentati — come riferimento per la pratica.
Mechanistically-Reasoned Ragionamento clinico fondato su principi verificabili: meccanica vettoriale, comportamento elastico dei tessuti, fisica delle forze applicate al sistema muscolo-scheletrico. Non solo "cosa funziona", ma "perché funziona".
Clinicamente verificabile Ogni intervento terapeutico produce effetti osservabili e misurabili: modifiche degli assi articolari, variazioni delle risultanti di forza, risposte funzionali documentabili nel tempo.
Il paradigma EIMRM riconosce che un intervento efficace deve essere contemporaneamente supportato da evidenze, coerente con i principi fisici che governano il corpo, e verificabile attraverso outcome clinici concreti.
Questo approccio permette di superare la dicotomia tra "manuale" e "scientifico", collocando l'analisi biomeccanica all'interno di un modello clinico razionale e trasparente.
Al termine del corso saprai:
ANALISI
Leggere le dominanze vettoriali in funzione del carico — Distinguere gli effetti muscolari tra femore mobile e femore fisso, comprendendo il meccanismo dell'inversione di azione.
Analizzare la coxo-femorale come sistema di forze — Riconoscere il ruolo dei muscoli monoarticolari come legamenti dinamici e dei poliarticolari come motori del movimento, identificando le dominanze in adduzione e intrarotazione.
Comprendere la progressione dei quadri del ginocchio — Riconoscere la sequenza iperestensione-intrarotazione → flessione-extrarotazione e le sue implicazioni diagnostiche.
Interpretare l'unicità dell'arco mediale — Comprendere perché tutti i vettori agiscono in sommatoria e quali conseguenze questo ha sulla diagnosi differenziale del piede piatto.
Riconoscere i meccanismi adattativi — Identificare quando un'apparente alterazione locale (es. piede piatto) è in realtà un compenso di problematiche prossimali (es. eccesso di cavismo compensato da rotazione femorale).
Valutare le concatenazioni anca-ginocchio-piede — Analizzare come le alterazioni di un distretto si ripercuotano obbligatoriamente sugli altri.
TRATTAMENTO
Applicare le contrazioni isometriche in massimo allungamento — Eseguire correttamente la tecnica che produce allungamento delle componenti connettivali, evitando le posizioni che causano ulteriore accorciamento.
Distinguere tra Forza Resistente e Forza Lavoro — Valutare l'efficienza muscolare reale, riconoscendo che un muscolo "resistente" non è un muscolo forte ma un muscolo con elevati attriti interni.
Trattare la sindrome del piriforme in base al meccanismo — Differenziare tra sovraccarico da contenimento e sovraccarico da accorciamento, orientando il trattamento di conseguenza.
Intervenire sui meccanismi adattativi senza destabilizzare — Trattare le cause prossimali prima di correggere gli adattamenti distali, evitando compensi in peggioramento.
Integrare lavoro analitico e controllo sistemico — Mantenere l'osservazione costante degli effetti su anca, ginocchio e piede durante il trattamento di ciascun distretto.
Verificare l'efficacia del trattamento — Utilizzare i quattro criteri di verifica (miglioramento locale, aumento spazio sistemico, riduzione tensione complessiva, maggiore efficienza) per valutare la stabilità dei risultati.
If you work in rehabilitation and are looking for scientifically grounded yet immediately applicable tools, this course is for you.
It is designed for:
Physiotherapists – Physicians – Osteopaths – Podiatrists – Pediatric Therapists – Occupational Therapists –
This course is based on an original theoretical model developed from clinical observation of muscular trajectories and persistent joint alterations.
Behind every joint dysfunction lies a force that cannot be seen with the naked eye.
During the course, you'll learn an original model of vectorial muscle analysis, where muscles are considered as generators of:
• compressive forces
• rotational forces
• corrective forces
This approach allows you to:
✅ Identify the true mechanical causes of misalignment
✅ Precisely target joint and muscular dysfunctions
✅ Prevent recurrent issues through systemic and focused treatment
📚 Want to explore the theory before the course?
Read the scientific articles written by the instructor Mauro Lastrico:
Biomechanics of the Hip Joint
Vectorial analysis of rotator, compressive, and destabilizing muscles in the frontal and transverse planes.
Biomechanics of the Knee
Muscle forces influencing varus, valgus, and axial rotations of the femoro-tibial joint.
Biomechanics of the Ankle Joint
Role of muscle vectors in joint stability and compensations between foot and leg.
Biomechanics of the Medial Longitudinal Arch – Flatfoot and Cavus Foot
Interactions between bone structure and muscular chains in the longitudinal stability of the foot.
Biomechanics of the Forefoot and the Big Toe
Compressive vectors and metatarsophalangeal deviations.
Dr. Laura Manni and Dr. Mauro Lastrico
Physiotherapists with over 25 years of experience in both clinical practice and professional training.
Specialized in musculoskeletal rehabilitation, systemic biomechanics, and the integrated treatment of postural and joint dysfunctions.
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