Quattro curve indipendenti, due quadri del gran dorsale e il criterio prognostico delle scoliosi
Axial deviations, segmental rotations, and systemic treatment of spinal dysfunctions
This is an advanced clinical course for Italian physiotherapists and rehabilitation professionals.
As it is a classroom-based course delivered in Italian, some practical and organizational sections have not been translated.
This training provides a biomechanical and vector-based approach to spinal alterations on the frontal and transverse planes. It allows clinicians to analyze the underlying mechanical causes and act precisely on the forces that disrupt the musculoskeletal system.
Functional scoliosis, antalgic tilts, segmental rotations, and pelvic asymmetries are complex manifestations of axial biomechanical disorganization.
Often associated with recurring pain and joint compensations, these dysfunctions cannot be understood as local misalignments. They require a systemic reading of the disorganized muscular forces acting along the cranio-sacral axis.
Vertebral rotations are not exclusive to cases of structural scoliosis. Even small degrees of segmental rotation can generate persistent vertebral torsions, alter the intervertebral foramina, and lead to radicular compression.
These alterations may result in symptoms such as lumbosciatica, cervicobrachialgia, and irradiated paresthesia—even in the absence of disc herniation or structural lesions.
This course will teach you how to identify subclinical rotations, assess the forces that produce them, and design a treatment approach targeting the deep mechanical causes, not just the symptoms.
The course is built on a three-dimensional model of spinal dynamics, based on:
Vector analysis of lateral and transverse muscular forces
Evaluation of asymmetric tensions generating rotation and compression
Study of joint misalignments at key vertebral transitions
Dynamic observation of the system across all three spatial planes
The differential behavior of muscular chains is interpreted mechanically, enabling clinicians to identify shortened vectors responsible for dysfunction and to act through targeted decompression and reorganization strategies.
This course provides theoretical and clinical tools to:
Understand frontal and rotational deviations through a systemic lens
Differentiate between primary dysfunctions and secondary compensations
Identify dominant muscular vectors that disrupt spinal organization
Apply both passive and active strategies to restore axial balance
Design a therapeutic plan based on mechanical logic rather than symptomatic treatment
✅ Analyze functional scoliosis, pelvic asymmetries, vertebral inclinations and rotations
✅ Assess the behavior of lateral and transverse muscular chains
✅ Recognize rotation-induced radicular compressions and their muscular patterns
✅ Build treatment strategies based on decompression, fascial normalization, and functional reorganization
✅ Develop clinical reasoning aligned with systemic biomechanical principles
This is not a descriptive course—it is operational and evidence-based, integrating:
Applied physics in musculoskeletal dynamics
Vector theory of dysfunctional muscular shortening
Compressive mechanics and systemic disorganization of force lines
3D interpretation of vertebral deformations
The goal is to understand what actually happens in the body—how forces are distributed, how deformities emerge, and how the system adapts—so you can intervene precisely where mechanical imbalance begins.
Nella maggioranza dei casi di scoliosi, il rachide si presenta rigido e con significative alterazioni sagittali.
L'interpretazione biomeccanica: il sistema, non potendo più compensare sul piano sagittale senza determinare conflitti meccanici, inizia a utilizzare il piano frontale.
La comparsa di deviazioni laterali può essere espressione della saturazione delle possibilità di alterare ulteriormente l'andamento sagittale.
Clinicamente, le alterazioni dell'andamento sinusoidale sul piano sagittale risultano spesso complessivamente maggiori di quelle del piano frontale.
Una volta che un muscolo obliquo prevale sul controlaterale deviando lateralmente la colonna, cambiano le direzioni delle componenti vettoriali.
Quando le componenti longitudinali del muscolo antagonista hanno la loro proiezione oltre la linea mediana, queste si sommano alle forze del muscolo agonista.
Invece di opporsi, contribuiscono alla stabilizzazione della scoliosi.
Anche i paravertebrali, seguendo la colonna deviata, perdono la loro verticalità.
Le loro componenti verticali, invece di irrigidire in asse, si sommano alle forze oblique dominanti.
Il paradosso dei muscoli del lato concavo
I muscoli nel lato concavo sono in allungamento rispetto alla posizione iniziale.
Ma questo allungamento è solo apparente.
Questi muscoli aumentano la loro tensione nel tentativo di bilanciare la deviazione.
Nel tempo, l'eccesso di tensione determina accorciamento della componente connettivale.
I muscoli del lato concavo risultano in allungamento relativo rispetto alla posizione di partenza, ma complessivamente in accorciamento.
L'implicazione terapeutica
Il trattamento non può rivolgersi solo ai muscoli del lato convesso.
L'eccesso di tensione riguarda anche i controlaterali e i paravertebrali.
L'approccio bilaterale a dominanza mono-laterale è essenziale per interrompere il meccanismo di auto-perpetuazione.
Metodologia d'esame specifica
L'esame in posizione supina con allineamento sulla linea mediana (malleoli-sinfisi-manubrio-occipite) elimina le compensazioni attive e permette di valutare gli accorciamenti strutturali reali.
Tecniche di palpazione differenziate
Ogni tratto vertebrale richiede una tecnica specifica: trasverse per C1-C5, spinose per C6-D3 e lombare, convessità toracica per D4-D12.
Distinzione causa/effetto
La comprensione che convessità e concavità derivano da meccanismi diversi orienta il trattamento verso i muscoli responsabili, non verso il lato sintomatico.
I due quadri del gran dorsale
La distinzione tra quadro A e quadro B è essenziale per il tratto toracico. Confondere i due pattern significa trattare il lato sbagliato.
Il criterio prognostico per le scoliosi
Il rapporto rotazione/deviazione fornisce indicazioni sulla risposta al trattamento, orientando aspettative e strategia.
Ridurre la Forza Resistente per liberare la Forza Lavoro
L'accorciamento delle componenti connettivali aumenta le resistenze interne. Il muscolo deve spendere energia per vincere i propri attriti prima di produrre movimento utile.
L'obiettivo non è "rinforzare" — è ridurre la Forza Resistente per rendere disponibile la Forza Lavoro che il muscolo già possiede.
Perché le contrazioni isometriche in massimo allungamento
Durante una contrazione isometrica in massimo allungamento, le porzioni contrattili esercitano una trazione sulle componenti connettivali, producendo un allungamento residuo.
Se la contrazione avviene sotto il massimo allungamento disponibile, l'effetto si inverte: ulteriore accorciamento.
L'approccio bilaterale nelle deviazioni
Nelle scoliosi e nelle deviazioni frontali, l'eccesso di tensione riguarda entrambi i lati. I muscoli del lato concavo, pur apparendo "allungati", sono paradossalmente accorciati.
Il trattamento deve intervenire su entrambi i lati per interrompere il meccanismo di auto-perpetuazione.
La doppia logica: analitica e sistemica
Il lavoro sul singolo tratto deve considerare gli effetti sulle altre curve. Le quattro curve sono muscolarmente indipendenti ma meccanicamente interconnesse.
A fine seduta devono verificarsi contemporaneamente: miglioramento del problema locale, aumento dello spazio sistemico disponibile, riduzione complessiva della tensione, maggiore efficienza del movimento.
Questo corso si inserisce nel paradigma EIMRM (Evidence-Informed & Mechanistically-Reasoned Medicine), un'evoluzione dell'approccio Evidence-Based che integra tre dimensioni:
Evidence-Informed Utilizzo sistematico delle evidenze empiriche disponibili — studi clinici, RCT, outcome documentati — come riferimento per la pratica.
Mechanistically-Reasoned Ragionamento clinico fondato su principi verificabili: meccanica vettoriale, comportamento elastico dei tessuti, fisica delle forze applicate al sistema muscolo-scheletrico. Non solo "cosa funziona", ma "perché funziona".
Clinicamente verificabile Ogni intervento terapeutico produce effetti osservabili e misurabili: modifiche degli assi articolari, variazioni delle risultanti di forza, risposte funzionali documentabili nel tempo.
Il paradigma EIMRM riconosce che un intervento efficace deve essere contemporaneamente supportato da evidenze, coerente con i principi fisici che governano il corpo, e verificabile attraverso outcome clinici concreti.
Questo approccio permette di superare la dicotomia tra "manuale" e "scientifico", collocando l'analisi biomeccanica all'interno di un modello clinico razionale e trasparente.
Al termine del corso saprai:
ANALISI
Eseguire la valutazione in posizione supina — Posizionare correttamente il paziente sulla linea mediana, eliminando le compensazioni attive per identificare gli accorciamenti strutturali reali.
Applicare le tecniche di palpazione differenziate — Utilizzare trasverse, spinose o convessità toracica in base al tratto vertebrale, interpretando correttamente i reperti.
Distinguere convessità da concavità — Identificare se la deviazione deriva da trazione muscolare diretta o da risultante meccanica, orientando il trattamento verso la causa.
Riconoscere i due quadri del gran dorsale — Differenziare il quadro A (avvicinamento, concavità omolaterale) dal quadro B (elevazione, convessità omolaterale) e le rispettive implicazioni terapeutiche.
Analizzare le quattro curve indipendenti — Valutare separatamente cervicale, cervico-toracica, toracica e lombare, identificando i muscoli responsabili di ciascuna.
Applicare il criterio prognostico nelle scoliosi — Valutare il rapporto rotazione/deviazione per orientare aspettative e strategia terapeutica.
Interpretare le incongruenze apparenti — Comprendere perché vertebre "in asse" con bacino elevato indicano opposizione attiva e irrigidimento, non equilibrio.
TRATTAMENTO
Trattare il lato della causa, non del sintomo — Intervenire sui muscoli responsabili della convessità anche quando il sintomo è controlaterale.
Applicare l'approccio bilaterale — Trattare entrambi i lati nelle deviazioni frontali, interrompendo il meccanismo di auto-perpetuazione.
Gestire i muscoli del lato concavo — Riconoscere che sono paradossalmente accorciati nonostante l'apparente allungamento, e trattarli di conseguenza.
Differenziare il trattamento nei due quadri del gran dorsale — Nel quadro A lavorare sul lato della concavità, nel quadro B sul lato della convessità.
Applicare le contrazioni isometriche in massimo allungamento — Eseguire correttamente la tecnica su muscoli con decorso obliquo e inserzioni multiple.
Integrare piano sagittale e frontale — Considerare che le alterazioni frontali spesso derivano dalla saturazione delle possibilità sagittali.
Verificare l'efficacia del trattamento — Utilizzare i quattro criteri (miglioramento locale, aumento spazio sistemico, riduzione tensione, maggiore efficienza) per valutare la stabilità dei risultati.
- Fisioterapisti
- Medici
- Osteopati
- Massofisioterapisti
- Durata: 6 giorni in presenza – 48 ore
- Costo: 700 euro (in qualità di Proveder ECM n. 1701 il corso è in esenzione IVA)
- Crediti ECM: 50
Dott. Mauro Lastrico — Fisioterapista specializzato nell'analisi vettoriale delle deviazioni vertebrali, con focus su metodologia d'esame in posizione supina e trattamento delle scoliosi.
Dott.ssa Laura Manni — Fisioterapista esperta in approccio posturale sistemico e trattamento delle disfunzioni vertebrali con tecniche attive e manuali combinate.
La docenza varia in base alla sede. Entrambi i docenti garantiscono lo stesso standard didattico, clinico e metodologico.
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