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Il training Autogeno nell'unità psicofisica dell'individuo

Dott.ssa Alessandra Capozza, Dott.ssa Silvia Corucci

Il Training Autogeno nell'unità psicofisica dell'individuo

Dott.ssa Alessandra Capozza, psicologa - Dott.ssa Silvia Corucci, psicologa

Un’esperienza di applicazione del training autogeno in una comunita’ di recupero per tossicodipendenti

Introduzione
Alla nostra identità psicofisica appartiene il cosiddetto Io Corporeo, cioè l’immagine del proprio corpo che ciascuno si costituisce nella propria mente fin dall’alba della vita.Questa immagine non è la semplice ed oggettiva registrazione di ciò che siamo, ma una complessa costruzione che dipende dalle esperienze affettive e relazionali, da come siamo guardati, accettati, amati e riconosciuti.
Il corpo si esprime e dà informazioni. In qualsiasi relazione, lo scambio e la comprensione dipendono, al di là e ancor prima della parola, da elementi corporei.Corpo bloccato, corpo negato, corpo vivo, corpo agito: il corpo comunica.
Per mezzo del corpo l’inconscio parla direttamente ed attraverso le somatizzazioni vengono denunciati disagi.

Applicazione del training autogeno nelle tossicodipendenze
L’applicazione del T.A. nel contesto delle tossicodipendenze è un settore che solo in tempi recentissimi sta trovando spazio.
Nei soggetti tossicodipendenti il corpo è inglobato nel vissuto e nell’azione comportamentale: il corpo è messo al servizio del bisogno, di un bisogno realizzato anche quando ciò si effettua a suo detrimento.
E’ dunque nell’azione, e spesso nell’azione violenta, subito rivolta contro se stesso e contro lo stesso corpo, che il tossicodipendente orienta le proprie energie.
La comunità costituisce, allora, il luogo in cui riscoprire, tra le altre cose, l’importanza del modo di rapportarsi con se stessi, col proprio corpo. Tale rinnovata consapevolezza è il primo passo per accostarsi al proprio mondo interiore, l’attenzione e la cura del proprio corpo sono il primo passo verso una cura e un’attenzione più profonda e più autentica di se stessi.
Scopo del progetto è favorire la riscoperta del proprio corpo, questa volta in termini positivi, approfondendo la consapevolezza dell’Io corporeo, attraverso esercizi specifici sui propri distretti corporei.
L’applicazione costante e continua di questa tecnica consente di ottenere risultati nella capacità di autoregolazione fisiologica, migliora la circolazione periferica ed il funzionamento degli organi interni, il riposo notturno è più ristoratore e gli episodi di insonnia diminuiscono, così come i rischi di somatizzazione. Anche sul piano psicologico si notano un aumento della fiducia in se stessi, la riscoperta e lo sviluppo delle proprie potenzialità, una maggiore chiarezza di idee e di capacità decisionali, un miglioramento della concentrazione.
Risultati non trascurabili per intraprendere un cammino verso il proprio benessere.

Un progetto di T.A. in una comunita’ terapeutica
In via sperimentale è stato proposto agli utenti di una Comunità Terapeutica un corso di Training Autogeno della durata di circa tre mesi. Gli obiettivi prefissati erano:
- favorire la riscoperta di un rapporto più rispettoso col proprio corpo, capirne i messaggi e avvertirne le esigenze
- scaricare tensioni ed ansie somatizzate
- normalizzare numerose funzioni come il sonno e la respirazione
- prendere contatto con tutte le componenti della propria personalità, ampliando la consapevolezza dell’unità psicosomatica e della possibilità di gestire tutte le sue manifestazioni
- aumentare le capacità introspettive
All’inizio del corso è stata somministrato un test per valutare lo stato psicologico dei partecipanti ed evidenziare eventuali stati di ansia e di stress in condizioni non cliniche.
E’ stato poi somministrato un questionario di autovalutazione più specifico sullo stress, teso ad indagare maggiormente questo aspetto. Lo stesso test e lo stesso questionario di autovalutazione sono stati somministrati nuovamente alla fine del corso, allo scopo di evidenziare possibili benefici dell’applicazione del training autogeno.
Gli incontri, condotti da una psicologa esperta nell’uso di tecniche di rilassamento e da una psicologa con funzione di co-trainer, prevedevano una prima fase di spiegazione e di sperimentazione della tecnica ed una seconda fase di condivisione dei vissuti emersi, anche attraverso l’uso dell’espressione grafica. I disegni venivano, infatti, discussi in gruppo dagli stessi partecipanti in un clima di accettazione e di rispetto reciproco.

Risultati
Confrontando i dati risultanti dai test, emergono una migliore regolazione del ritmo veglia-sonno, soprattutto nei soggetti che avevano evidenziato difficoltà nell’addormentamento e frequenti risvegli notturni; la diminuzione di fenomeni come mal di testa e dolori allo stomaco; un generale vissuto di maggiore serenità nell’affrontare la vita quotidiana e di maggiore padronanza delle proprie reazioni emotive.
Per i partecipanti, inoltre, si è trattato di un momento in cui fare importanti esperienze: soffermarsi a riflettere, insieme ai conduttori, su come il nostro organismo reagisca di fronte a situazioni di stress più o meno prolungate e di come l’individuo paghi non solo con la fatica psicofisica, ma anche in termini emotivi, un rapporto non equilibrato con il proprio ambiente; individuare e realizzare insieme quali siano le strategie "buone" e quelle "cattive" di interazione con l’ambiente circostante; infine, sperimentare direttamente i benefici di una tecnica di rilassamento in un contesto ( la comunità ) e in una fase ( il tentativo di cambiamento ) estremamente importanti.
Oltre alla ricerca dei vantaggi psicofisici, ottenibili con una corretta applicazione del Training Autogeno, proponendo questo corso si è voluto tenere in considerazione due aspetti peculiari della personalità del tossicodipendente: un rapporto non sano con il proprio corpo ( corpo maltrattato, corpo bucato, corpo merce di scambio, corpo anestetizzato ) e la ricerca di stati alterati di coscienza in cui sperimentarsi in maniera diversa. Si è voluto, quindi, offrire uno spazio strutturato in cui riscoprire il valore del proprio corpo ( corpo che esiste, corpo ascoltato, corpo che vive ) e in cui scoprirsi capaci di generare in maniera autogena e senza il supporto di alcuna sostanza, una dimensione interna diversa, nuova e positiva, a cui avvicinarsi, dapprima, in maniera cauta e diffidente, per poi comprenderla e valorizzarla a pieno, in un clima di accettazione, di benessere psicofisico e di calma interiore.

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