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Il Metodo Mezieres

Metodo Mezieres


La metodica Mézières individua nel conflitto meccanico articolare la causa dell'insorgenza del sintomo.

Il conflitto meccanico se non causato da alterazioni strutturali congenite o acquisite è determinato dal progressivo accorciamento asimmetrico dei muscoli agenti, secondo linee di forza vettoriali dominanti.


L'accorciamento muscolare inizialmente riguarda la porzione contrattile, con aumento del tono basale.

Per forza e tempo di contrazione verrà interessata anche la parte connettivale della fibra, dando luogo ad accorciamenti mio-fasciali residui.

L'interessamento di entrambe le componenti produce l'aumento della forza resistente del muscolo.

Obiettivi

L'obiettivo della metodica è di agire sul sintomo attraverso il ripristino della fisiologica sequenza articolare, diminuendo l'eccesso di tono basale e riallungando la porzione connettivale dei muscoli.

In tal modo la forza resistente diminuisce ma, al contempo, la capacità di Lavoro (forza per spostamento) e la Potenza (il Lavoro espresso nell'unità di tempo) aumentano.

La differenziazione tra forza resistente, lavoro e potenza è il concetto chiave dell'intera modalità di approccio valutativa e terapeutica.

La forza resistente di un muscolo (resistente alla trazione cioè all'allungamento) è incrementata dall'aumento dl tono basale, da una qualunque contrazione con avvicinamento dei capi di inserzione, da contrazioni isometriche non in massimo allungamento fisiologico o relativo della fibra muscolare, da contrazioni eccentriche.

La quantità di incremento è in funzione della forza/tempo di esecuzione/tenuta.

L'effetto, sullo scheletro, è quello di una maggiore stabilità ma, al contempo, di una maggiore rigidità con conseguente compressione sulle articolazioni: l'equilibrio tra componenti statiche e dinamiche si modifica in favore di quelle statiche.

La capacità di sviluppare Lavoro è proporzionale alla distanza delle inserzioni (Lavoro = forza per spostamento) cioè alla quantità di corsa che il muscolo effettua durante la contrazione.

La Potenza è un parametro che informa sulla quantità di tempo utilizzata dal Lavoro.

Lavoro e Potenza sono strettamente legati alla capacità elastica dei muscoli, al loro tono basale, al bilanciamento tra agonisti ed antagonisti.

Ripristinare la lunghezza dei muscoli retratti significa incrementarne le capacità di sviluppare Lavoro e Potenza e, di conseguenza, avvicinare l'equilibrio tra componenti statiche e dinamiche alla sua modalità ideale.

L'azione terapeutica sarà sia analitica che sistemica: analiticamente si agisce sui singoli muscoli, o gruppi muscolari, responsabili dell'alterazione scheletrica specifica; sistemicamente l'azione è rivolta al recupero del baricentro complessivo corporeo ed a creare le condizioni affinchè non sia più necessario, per il paziente, utilizzare strategie di movimento non fisiologiche.

Schematicamente, il sintomo può essere:

  • espressione di una specifica patologia non riconducibile ad un accorciamento muscolare locale o sistemico: in questo caso la risoluzione della problematica non rientra nelle possibilità terapeutiche della metodica Mézières e dovranno essere utilizzate specifiche metodiche mediche o fisioterapiche
  • espressione di un accorciamento muscolare a dominanza locale: l'obiettivo è il ripristino della fisiologica successione articolare attraverso il riequilibrio vettoriale analitico delle forze muscolari agenti localmente, impedendo compensi ed aggravamenti sistemici
  • espressione di accorciamento muscolare sistemico primario o secondario, originato od originante disequilibrio posturale: in questo caso si ricorrerà all'analisi posturale, con verifica della eventuale presenza di alterazioni provenienti da sottosistemi non riguardanti il campo fisioterapico, e al riequilibrio vettoriale muscolare analitico e sistemico

Strumenti

L'aumento della forza resistente del muscolo è determinato sia dall'innalzamento del tono basale della porzione contrattile che dall'accorciamento della porzione connettivale.

I mezzi utilizzati hanno lo scopo di agire su entrambe le componenti.

  • Porzione contrattile: vengono utilizzate tecniche di rilassamento, tecniche propriocettive, tecniche di massaggio decontratturante.
  • Porzione connettivale: la tecnica di elezione prevede l'utilizzo delle contrazioni isometriche in massimo allungamento fisiologico o relativo della fibra muscolare. Per i gruppi muscolari a cui non è possibile applicare la contrazione isometrica verrà utilizzato lo stretching. Inoltre, verranno utilizzate tecniche manuali di massaggio profondo di allungamento lungo la direzione delle fibre muscolari.

Effetti della contrazione isometrica

La contrazione isometrica produce l'allungamento della porzione connettivale solo se eseguita in massimo allungamento della fibra.

Massimo allungamento che sarà relativo alla massima capacità di allungamento del muscolo trattato e, quindi, non necessariamente coincidente al massimo allungamento fisiologico.

Se però la contrazione isometrica viene effettuata al di sotto del massimo allungamento disponibile, la conseguenza sarà l'ulteriore accorciamento della componente connettivale.

Si veda a questo proposito quanto esposto negli articoli sulla "meccanica muscolare".

Utilizzando una semplificazione del comportamento della fibra su modello matematico, durante una contrazione isometrica in massimo allungamento fisiologico o relativo si avrà:


"A" rappresenta la fibra muscolare posta in massimo allungamento fisiologico o relativo; "B" la contrazione attiva: le porzioni contrattili in blu si modificano in accorciamento attivo ed esercitano una trazione sulle parti connettivali in rosso; in "C", a fine contrazione, in funzione della forza e tempo di contrazione, ogni singola componente connettivale avrà subito una deformazione in allungamento e le frecce verdi rappresentano la loro sommatoria.

Le porzioni contrattili subiranno al contrario una deformazione in accorciamento, ma poiché il loro coefficiente di elasticità è superiore a quello delle porzioni connettivali, l'accorciamento residuo delle porzioni contrattili risulterà inferiore all'allungamento residuo delle porzioni connettivali.

Per risolvere l'accorciamento residuo delle porzioni contrattili, sarà sufficiente utilizzare, a fine contrazione, una tecnica di rilassamento. La porzione contrattile, infatti, non subisce veri e propri accorciamenti, ma piuttosto innalzamenti del tono basale.

Modalità esecutive

Una volta individuati gli obiettivi, sia analitici che sistemici del trattamento, vengono applicate strategie correttive utilizzando i mezzi sopra descritti.

Le manovre correttive, oltre a rivolgersi al distretto interessato, devono essere tali da non avere componenti aggravanti in nessun altro distretto corporeo.

Esempio: un paziente potrebbe avere una spalla alta causata dalla retrazione dei cranio-cervico-scapolari omolaterali.

Come azione correttiva si potrebbe scegliere di utilizzare il cranio come punto fisso e chiedere l'abbassamento attivo della spalla.

Questa modalità risulta efficace per il fascio superiore del trapezio, ma l'abbassamento della spalla provoca l'allontanamento dell'inserzione scapolare dell'elevatore della scapola e dell'omoioideo.

Se questi sono in accorciamento, eserciteranno una forza traente sulle vertebre cervicali (l'elevatore della scapola) e sull'osso ioide (l'omoioideo).

Se il paziente in esame avesse già le vertebre cervicali in convessità laterale dalla parte della spalla alta, il risultato finale dell'azione terapeutica sarebbe un miglioramento della posizione della spalla ma un aggravamento della convessità vertebrale.

Dal punto di vista terapeutico un simile risultato sarebbe un grave errore, con potenziali ripercussioni sintomatologiche.

Le asimmetrie presenti rappresentano, per il paziente, il miglior equilibrio possibile, con adattamenti mirati a limitare al massimo i conflitti.

Nel momento in cui si decide l'intervento terapeutico è necessario creare le condizioni affinchè il nuovo equilibrio risulti essere complessivamente migliore di quello adottato spontaneamente dal paziente.

Inoltre, in presenza di abilità emergenti, non sempre le manovre teoriche si rivelano efficaci ed è perciò necessario ricercare le modalità adattative soggettive proprie di ogni paziente.

Un paziente potrebbe presentare, per esempio, un quadro di ipocifosi dorsale ad apice D5 per retrazione degli adduttori scapolari.

Terapeuticamente si potrebbe chiedere attivamente l'azione di anteposizione delle spalle con muscolo motore fisiologico, il gran pettorale.

Anteponendo le spalle, le scapole si abducono mettendo in allungamento passivo gli adduttori scapolari e la colonna dorsale viene proiettata posteriormente.

Se però i gran pettorali sono sostituiti dalla coppia gran dorsali-fasci superiori dei trapezi, l'anteposizione avverrà in elevazione delle spalle ed in intrarotazione dell'omero.

L'effetto sarà che le vertebre dorsali proiettate posteriormente saranno ad apice compreso tra D7 e D12, mentre D5 (apice fisiologico della cifosi dorsale) andrà ulteriormente in diminuzione di cifosi.

Si determinerà, cioè, un'inversione di curva dorsale ed un aumento della lordosi cervico-dorsale.

In questo caso, per rendere efficace l'azione terapeutica, è necessario prima individuare ed intervenire sulle sostituzioni muscolari, creando le condizioni affinchè il paziente non sia più coertato ad utilizzarle.

Le modalità terapeutiche devono quindi essere differenziate in base alle caratteristiche del soggetto e tenere conto dell'intero esame statico e dinamico.

Quadri dismorfici apparentemente simili possono essere sostenuti da alterazioni muscolari vettoriali completamente diverse.

All'interno del percorso terapeutico, la scelta delle strategie per il raggiungimento degli obiettivi è condizionata, quindi, da molte variabili che rendono impossibile la loro trattazione esaustiva all'interno di questo scritto.

Conclusioni

In sintesi, il Metodo Mézières è una tecnica di riabilitazione attiva costituita da trattamenti individuali differenziati in funzione delle specifiche esigenze terapeutiche e dalle caratteristiche soggettive di ogni paziente.

Attraverso la detensione e l'allungamento delle catene cinetiche muscolo-fasciali retratte, determina una modificazione morfologica del corpo, avvicinandolo, in proporzione al numero di trattamenti eseguiti, alla sua forma ideale.

Il campo d'interesse è quello della patologia ortopedica:

  • vertebrale (scoliosi, iperlordosi, dorso curvo, compressione dei dischi intervertebrali e relative radicolopatie, sciatalgia, cervico-brachialgia, ecc.)
  • articolare (artrosi, conflitto scapolo-omerale, coxartrosi, ecc.)
  • muscolare (lombalgia, torcicollo, mialgie, ecc.)
  • dismorfica (locking o sub-lussazione temporo-mandibolare, scapole alate, ginocchia vare o valghe, piede piatto o cavo, alluce valgo, ecc.).

Sperimentazioni della tecnica in patologie neurologiche hanno dimostrato come la metodica Mézières possa essere utilizzata come supporto alle specifiche tecniche riabilitative.

L'obiettivo è quello di limitare la comparsa di alterazioni ortopediche che, sommandosi a quelle neurologiche, aumenterebbero i disagi del paziente.

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