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Rieducazione posturale e terapia shiatsu, integrazione possibile

T.d.R. Massimo Musco

RIEDUCAZIONE POSTURALE E TERAPIA SHIATSU, INTEGRAZIONE POSSIBILE

T.d.R. Massimo Musco
D.U. conseguito presso l'Università "La Sapienza di Roma" 
Specializzato in Riabilitazione Respiratoria , Ginnastica di Rieducazione Posturale, Terapia Shiatsu, RM Metodo Mézières

Le motivazioni che mi hanno indotto a scrivere questo breve articolo sulla possibilità di integrare due metodiche che presentano caratteristiche idonee a trarne un'alleanza efficace, sono principalmente legate alla necessità, sentita tanto dai pazienti quanto dai terapisti, di adottare trattamenti personalizzati ed efficaci, che non trascurino gli elementi somatici e psichici che si fondono nell'unità "Uomo". Molti autori hanno già affrontato l'argomento, ma ritengo comunque utili ulteriori riflessioni in materia al fine di rendere il momento terapeutico sempre più ricco in contenuti che soddisfino la domanda di "Cura".
Chi, come me, si è fatto una lunga esperienza (più di tre lustri) nella riabilitazione applicata in campo ortopedico, neurologico, cardiologico e pneumologico, sa che i supporti tecnologici disponibili sono tanti e molto validi (come le più recenti e sofisticate forme di elettroterapia, i soft-laser, le apparecchiature isocinetiche, l'ipertermia etc.), eppure la ricchezza di sfumature, e quindi di capacità di adattamento alle necessità della terapia, di cui possiamo disporre come agendo direttamente con il contatto manuale e con quello impalpabile ma altrettanto essenziale appartenente al piano relazionale, è incomparabilmente più vasta.
Come terapisti sappiamo quanto sia importante l'effetto della "manu terapeutica" (senza voler usurpare quella "medica") sui nostri pazienti. E' nostra quotidiana esperienza la constatazione dell'apprezzamento di chi si affida a noi per un rapporto che si fonda sulla professionalità e sulla capacità tecnica, ma anche sulla fiducia ed il senso di sicurezza che sa infondere il terapeuta. Tra le tecniche, di validità provata, che privilegiano un rapporto che tiene conto di questi fattori troviamo la Terapia Posturale e la Terapia Shiatsu.
Sarà bene, a questo punto, riassumere brevemente per i lettori non esperti in questi campi specifici i fondamenti delle due metodiche:
- La terapia posturale
Si basa sui principi elaborati, dopo felici intuizioni, dalla terapista Francoise Mézières ed affinati nel corso degli anni da altri colleghi (per tutti valga l'esempio del collega ed amico T.d.R. Mauro Lastrico, titolare dell'insegnamento di "RM Metodo Mézières" presso l'A.I.Fi.M.M. di Genova). Si può, in estrema sintesi, affermare che con questa metodologia si mira a ricondurre verso la "Forma Ideale" (il cosiddetto Biotipo di Riferimento) soggetti i quali, assumendo atteggiamenti corporei che se ne allontanano, soffrono di disturbi prevalentemente ortopedici. In relazione alla constatazione che il nostro atteggiamento somatico (o postura) è mantenuto dall'apparato muscolare che spesso è sede di contratture e retrazioni conseguenti a patologie, a traumi, oppure a cause psichiche come stress ed ansia, un intervento che miri a recuperare l'elasticità dei muscoli e quindi la postura ideale è decisamente auspicabile.
Per questo genere di disturbo è ormai cosa nota che la semplice terapia antalgica (farmacologica o fisiatrica) non è sufficiente a risolvere il quadro clinico, se non per brevi periodi e spesso al prezzo di notevoli effetti collaterali; bisogna quindi adottare una terapia che agisca contro le cause dei disturbi prima ancora che contro i sintomi. La rieducazione posturale risponde egregiamente a questi requisiti fornendo al paziente sia un intervento mirato alla risoluzione dei dismorfismi indotti da un'alterata distribuzione delle forze muscolari sia una migliore coscienza del "sé corporeo", aspetto, quest'ultimo, tanto importante quanto ignorato in altri tipi di cura. 
La R.M. si avvale principalmente dell'Esercizio Isometrico in Massimo Allungamento dei muscoli retratti e di posizionamenti correttivi, tutto ciò dopo un accuratissimo esame obiettivo di struttura ed atteggiamento corporeo del paziente e dopo la raccolta delle anamnesi remota e patologica. 
Accade, però, che alcuni pazienti siano inizialmente in uno stato di contrattura (distrettuale o generalizzata) tale da rallentare il lavoro delle prime sedute. In queste situazioni è bene tener conto dei sintomi ed attuare una terapia (scevra da effetti collaterali) in grado di dare sollievo al paziente, abbreviando conseguentemente i tempi di recupero.
Una forma di cura che mi sembra rispondere a criteri olistici, ai quali la R.M. s'ispira è la: 
-Terapia Shiatsu
Essa può risultare assai utile nei soggetti i quali hanno difficoltà a raggiungere il minimo grado di rilassamento (muscolare e psichico) che l'esecuzione degli esercizi posturali richiede. E' possibile quindi ricorrere allo Shiatsu per indurre rapidamente uno stato di rilassamento e benessere atto a favorire il lavoro attivo che sarà richiesto.
Anche in questo caso è bene fornire qualche accenno alle basi su cui questa terapia si fonda ed alla tecnica esecutiva.
Va detto innanzi tutto che lo shiatsu è parte integrante della Medicina Manuale giapponese e che da questa è stato fatto proprio nel corso dei secoli al termine di una, per così dire, migrazione culturale delle conoscenze terapeutiche indiane e cinesi. Esso ha molte analogie con l'agopuntura (della quale usa 660 punti di trattamento su tutto il corpo), pur essendo non invasivo e basandosi principalmente su pressioni digitali ed altre manovre pressorie o vibratorie, tutte comunque delicate, gradevoli e molto rilassanti. Gli effetti di riduzione del dolore e delle contratture muscolari sono legati alla produzione di endorfine e ad effetti positivi sul microcircolo prodotti dalle manovre manuali. Si ottiene anche una riduzione delle tensioni emotive (con particolare riguardo a quelle dovute a stress) grazie alle suddette manovre ed alla situazione legata all'ambiente terapeutico, che deve essere estremamente accogliente e rilassante, oltre che al fondamentale sentimento di fiducia che il paziente deve avere nel suo terapista. 
Millenni d'uso di questa tecnica semplice, ma di non facile esecuzione, ne hanno dimostrato la validità nei casi che ne trovano indicazione.
Riguardo alle indicazioni, non sarà mai ribadito a sufficienza che a qualunque diagnosi (medica od emessa dal fisioterapista, quando di sua competenza) deve far seguito la disamina dei trattamenti che trovano indicazione nel caso specifico e che risultano più efficaci 

  1. per rapidità di raggiungimento dei risultati 
  2. per la durata nel tempo degli stessi 
  3. per la ridotta presenza, meglio ancora l'assenza, di effetti collaterali.

Una volta certo della diagnosi e delle indicazioni a questi trattamenti, il terapista potrà applicare le suddette tecniche le quali, grazie all'effetto sinergico che viene esplicato, potranno rappresentare una valida cura per molti pazienti. 
*N.d.A. Pensate alla ricchezza della parola "cura" ( partecipazione, interesse ai problemi del malato, insieme attenzioni volte a ridurne la sofferenza, infine)

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