Françoise Mézières insegnava il metodo con rigore analitico: ogni muscolo nella sua funzione meccanica specifica, letto dentro un sistema di forze interdipendenti.
Nelle sue opere rifiutava termini generici come “posturale” e “globale”, perché privi di precisione descrittiva.
I docenti AIFiMM, formatisi direttamente con lei, hanno mantenuto questa impostazione, rendendola esplicita nel linguaggio della biomeccanica contemporanea.
Nel 1947 Françoise Mézières documentò fenomeni muscolari che contraddicevano le conoscenze anatomiche dell’epoca.
Le sue osservazioni erano geniali, rivoluzionarie, efficaci.
Ma rimanevano osservazioni empiriche.
Mézières descriveva ciò che vedeva — “i muscoli dorsali si comportano come un solo muscolo, troppo forte e troppo corto” — senza disporre degli strumenti teorici necessari per spiegare perché questi fenomeni si producessero secondo leggi fisiche dimostrabili.
Nel tempo, l’evoluzione delle scienze ha fornito quegli strumenti mancanti.
La fisica dei materiali ha chiarito le proprietà meccaniche del tessuto connettivale e il suo comportamento sotto tensione continua.
L’analisi biomeccanica moderna ha reso possibile quantificare le forze muscolari e prevederne gli effetti sulle strutture articolari.
La scienza dei sistemi complessi ha fornito il quadro teorico per comprendere come alterazioni locali generino adattamenti sistemici.
Questi progressi non invalidano le scoperte di Mézières.
Le rendono comprensibili. E verificabili.
Ciò che era intuizione clinica si è progressivamente reso leggibile come modello fisico rigoroso, applicabile e trasmissibile nella pratica fisioterapica contemporanea.
Il Metodo Mézières può così essere affrontato su due piani distinti e complementari:
Questa integrazione colloca il Metodo Mézières all’interno dei criteri della fisioterapia scientifica moderna.
Il percorso formativo AIFiMM si inserisce in questo quadro: assume il Metodo Mézières come modello interpretativo della biomeccanica muscolo-scheletrica e ne rende espliciti i criteri di lettura e applicazione clinica.
In questa prospettiva si colloca anche la scelta di sottoporre i contenuti formativi a valutazione esterna indipendente secondo standard internazionali di formazione sanitaria (CPD UK), come ulteriore garanzia di coerenza metodologica e rigore scientifico.
Françoise Mézières ci ha lasciato un metodo geniale.
Il nostro lavoro è renderlo pienamente leggibile nel linguaggio della fisioterapia contemporanea.
Insegnare il Metodo Mézières come modello clinico contemporaneo implica una responsabilità che va oltre la trasmissione di una tecnica.
Significa dichiarare esplicitamente i propri criteri teorici, rendere verificabili i contenuti e accettare una valutazione esterna indipendente.
Per questo AIFiMM ha scelto di sottoporre i propri percorsi formativi a standard internazionali di Continuing Professional Development (CPD UK).
Il CPD Certification Service ha valutato i contenuti formativi AIFiMM in termini di coerenza metodologica, solidità scientifica e valore formativo, certificandoli secondo criteri utilizzati nei principali contesti sanitari europei e internazionali.
Non si tratta di un riconoscimento formale del metodo.
È una valutazione tecnica dei contenuti e della loro struttura didattica, effettuata da una commissione indipendente.
La stessa impostazione guida l’attività formativa in Italia.
AIFiMM è Provider ECM diretto, riconosciuto da Age.na.s, e progetta internamente i propri corsi, assumendosi la piena responsabilità scientifica e didattica dei contenuti erogati.
Questa scelta riflette un approccio alla formazione che dichiara i propri criteri, li sottopone a verifica esterna e ne risponde direttamente davanti agli enti di accreditamento.
È una conseguenza naturale di un approccio che considera il Metodo Mézières non come un insieme di procedure, ma come un modello clinico che richiede rigore, coerenza e responsabilità formativa.
Il Metodo Mézières non è una sequenza di tecniche né un insieme di procedure standardizzabili.
È un modello clinico che distingue in modo rigoroso due livelli complementari, ma concettualmente distinti:
un modello interpretativo e una pratica clinica.
Questa distinzione non è accessoria.
È ciò che consente al metodo di mantenere solidità teorica e, allo stesso tempo, adattabilità clinica.
Il modello interpretativo del Metodo Mézières si fonda su principi di biomeccanica e di fisica applicata al sistema muscolo-scheletrico.
Le alterazioni articolari e funzionali non vengono considerate eventi casuali o imprevedibili, ma l’esito coerente delle risultanti di forza generate da:
In questo senso, il modello interpretativo è universale e trasferibile.
Non dipende da una tecnica specifica, né da una sequenza operativa, ma dalle leggi fisiche che regolano il comportamento dei tessuti e delle articolazioni.
È questo livello che rende possibile:
La traduzione terapeutica del modello non è, per sua natura, standardizzabile.
La pratica clinica richiede un adattamento continuo alla risposta del paziente e agli effetti meccanici osservabili durante la valutazione e il trattamento.
La stessa Françoise Mézières, nel corso della sua attività clinica, ha progressivamente modificato e raffinato l’applicazione del metodo, adattandola all’osservazione clinica e ai risultati ottenuti, piuttosto che a sequenze procedurali fisse.
Nel percorso AIFiMM viene insegnata questa formulazione matura della pratica clinica:
una pratica guidata dal modello interpretativo, fondata su criteri biomeccanici espliciti e su un ragionamento clinico continuamente verificabile.
Due livelli, un unico metodo
| MODELLO INTERPRETATIVO (Universale) | PRATICA CLINICA (Adattativa) |
|
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È dall’integrazione coerente di questi due livelli che il Metodo Mézières mantiene la propria efficacia clinica e la propria attualità.
Se il Metodo Mézières viene inteso come modello clinico fondato su principi biomeccanici e leggi fisiche, la sua trasmissione non può ridursi all’apprendimento di tecniche o sequenze operative.
Il corso Metodo Mézières in presenza AIFiMM è un percorso intensivo di 112 ore formative (14 giornate), rivolto a fisioterapisti, progettato per fornire strumenti teorico-pratici utili alla valutazione e al trattamento delle patologie muscolo-scheletriche, con particolare attenzione ai quadri resistenti alle terapie convenzionali.
Il corso utilizza principi di fisica già noti al fisioterapista, riletti e applicati in modo coerente al corpo umano per orientare l’osservazione clinica e le scelte terapeutiche.
I concetti vengono introdotti in modo progressivo, attraverso esempi clinici concreti e una continua verifica pratica durante il lavoro in aula.
La caratteristica distintiva della formazione AIFiMM è l’approccio al Metodo Mézières come modello di ragionamento clinico biomeccanico, fondato sull’analisi vettoriale delle forze muscolari.
Tre domande cliniche, un unico modello
Il percorso formativo è strutturato per rispondere a tre domande fondamentali del ragionamento clinico:
In questa prospettiva, il modello biomeccanico AIFiMM si integra con i moderni approcci neurofisiologici al dolore, occupandosi in modo specifico dell’analisi delle forze e delle condizioni meccaniche che possono mantenere o amplificare il sintomo nel tempo.
Analisi vettoriale e valore predittivo
L’analisi vettoriale biomeccanica è lo strumento che rende possibile questo passaggio:
consente di interpretare ciò che si osserva, prevedere le alterazioni meccaniche e orientare l’intervento terapeutico.
Le dominanze anatomiche sono verificabili: ogni articolazione presenta asimmetrie strutturali nel numero dei muscoli coinvolti, nella lunghezza delle linee di forza e nell’obliquità della loro applicazione.
Quando la Forza Resistente aumenta, queste dominanze guidano le alterazioni articolari secondo direzioni ricorrenti e prevedibili.
Per questo l’analisi vettoriale ha valore predittivo: indica cosa verificare e quali vettori stanno generando il disassiamento.
L’osservazione conferma, la fisica spiega, il trattamento diventa preciso.
È fisica applicata al ragionamento clinico quotidiano.
Docenza e continuità clinica
Nel percorso AIFiMM il Metodo Mézières viene insegnato come pratica clinica consapevole, che richiede comprensione delle forze in gioco e capacità di adattamento al singolo paziente.
I docenti AIFiMM, Mauro Lastrico e Laura Manni, allievi diretti di Françoise Mézières, hanno tradotto oltre quarant’anni di esperienza clinica in un modello di ragionamento biomeccanico coerente, trasmissibile e clinicamente applicabile.
Corsi Metodo Mézières in presenza |
Prossime edizioni |
Roma – dal 12 marzo 2026 |
→ Dettagli e iscrizione – Roma |
Milano – dal 19 marzo 2026 |
→ Dettagli e iscrizione – Milano |
Napoli – dal 19 marzo 2026 |
→ Dettagli e iscrizione – Napoli |
Genova – dal 7 maggio 2026 |
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Bologna – dal 21 maggio 2026 |
→ Dettagli e iscrizione – Bologna |
Il corso è articolato in due moduli progressivi, per un totale di 14 giornate formative, che accompagnano il fisioterapista dalla lettura biomeccanica di base alla gestione clinica dei quadri complessi.
Non si tratta di due corsi distinti, ma di due fasi di uno stesso percorso:
prima la costruzione del modello di lettura, poi la sua integrazione operativa nella pratica clinica.
Modulo Base — 7 giornate (50 crediti ECM)
TITOLO UFFICIALE DEL CORSO ACCREDITATO AGE.NA.S
METODO MÉZIÈRES – MODULO BASE – BIOMECCANICA DISTRETTUALE E SISTEMICA –
VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE
Fondamenti, valutazione e trattamento
Il Modulo Base è dedicato alla costruzione del linguaggio biomeccanico comune, indispensabile per orientare l’osservazione clinica e le prime scelte terapeutiche.
Nel Modulo Base si acquisiranno le competenze necessarie per:
È il modulo in cui si impara a leggere: osservazione, interpretazione biomeccanica e prime strategie terapeutiche coerenti.
Modulo Avanzato — 7 giornate (50 crediti ECM)
TITOLO UFFICIALE DEL CORSO ACCREDITATO AGE.NA.S
METODO MÉZIÈRES – MODULO AVANZATO – BIOMECCANICA DISTRETTUALE E SISTEMICA –
VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE
Integrazione clinica e gestione dei quadri complessi
Il Modulo Avanzato approfondisce e integra il modello, mettendo sotto carico il ragionamento clinico nei contesti di maggiore complessità.
Nel Modulo Avanzato il modello viene applicato a:
È il modulo in cui il modello diventa pienamente operativo:
non solo cosa trattare, ma perché, quando e in quale sequenza.
✓ 100 crediti ECM (AIFiMM – Provider n. 1701)
✓ 105 CPD hours (UK, CPD Certification Service – AIFiMM Provider n. 21418)
Il CPD (Continuing Professional Development) è il sistema di crediti adottato in UK e nei principali contesti sanitari internazionali.
Il CPD (Continuing Professional Development) è il sistema di crediti adottato nel Regno Unito e in numerosi contesti sanitari internazionali per la valutazione della formazione professionale continua.
La certificazione CPD attesta che i contenuti formativi sono stati valutati da una commissione indipendente secondo criteri di coerenza metodologica, solidità scientifica e valore formativo.
Cosa sono i CPD e perchè servono - leggi l'articolo
| Valutazione indipendente dei contenuti — CPD Certification Service (UK) – corso Mezieres in presenza AIFIMM
Il corso Metodo Mézières in presenza AIFiMM è stato certificato dal CPD Certification Service (UK) con la seguente motivazione:
"Un corso avanzato che offre un modello scientificamente fondato per la valutazione e il trattamento delle disfunzioni muscolo-scheletriche. Basato sui principi del Metodo Mézières, integra fisica, analisi delle catene miofasciali e valutazione muscolare vettoriale per identificare gli accorciamenti primari, ottimizzare l'allineamento articolare e ripristinare la funzionalità articolare. Il programma combina lezioni frontali, dimostrazioni, pratica supervisionata e discussione di casi clinici, garantendo la consolidazione delle competenze."
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Il CPD Service ha selezionato e pubblicato alcuni articoli scritti dai docenti AIFiMM come approfondimenti scientifici sul modello biomeccanico sistemico.
Professioni ammesse: |
fisioterapisti, medici, osteopati, massofisioterapisti, TO, TNPEE, studenti 3 anno CdL Fisioterapia |
✓ 112 ore di formazione clinica in aula con pratica supervisionata continua
✓ Esperienza diretta di lavoro sia come operatore sia come paziente, con correzioni in tempo reale
✓ Applicazione immediata su casi clinici reali e confronto costante con i docenti
✓ 100 crediti ECM + 105 CPD internazionali
✓ Materiali didattici completi, inclusi 2 libri:
• “Biomeccanica muscolo-scheletrica e metodica Mézières” (M. Lastrico)
• Traduzione italiana di “Originalité de la Méthode Mézières” (F. Mézières)
✓ Rifrequentazione gratuita dei seminari negli anni successivi
✓ Iscrizione all’elenco operatori Mézières sul sito AIFiMM, come attestazione di percorso completo RES secondo il modello biomeccanico sistemico (registro pubblico che garantisce trasparenza formativa e permette a pazienti e strutture sanitarie di verificare la preparazione specifica nel Metodo Mézières secondo il modello biomeccanico sistemico)
Investimento complessivo
Quota ordinaria €2.400 (IVA esente – Provider ECM)
Quota agevolata per iscrizioni anticipate
Dati ufficiali Provider ECM n. 1701 – Base: ~5.000 schede di valutazione
Rilevanza clinica: 73% eccellente
Qualità educativa: 71% eccellente
Utilità formativa: 78% molto utile
Didattica teorica: 75% eccellente
Didattica pratica: 77% eccellente
Bilanciamento teoria/pratica: 93% adeguato
Le valutazioni sono raccolte attraverso il questionario standardizzato Agenas e trasmesse al sistema ECM del Ministero della Salute.
La formazione AIFiMM si basa su principi di responsabilità clinica, trasparenza e rigore scientifico.
Il nostro modello biomeccanico analitico e sistemico del Metodo Mézières, è rivolto a professionisti sanitari e fondato su osservazione clinica verificabile, fisica dei sistemi complessi e analisi vettoriale muscolare.
Dall’osservazione clinica empirica al modello biomeccanico razionale
Nel 1947 Françoise Mézières documentò fenomeni muscolari che contrastavano con le conoscenze anatomiche e fisiologiche dell’epoca.
Le sue osservazioni, inizialmente empiriche, trovano oggi spiegazione nell’analisi vettoriale delle forze muscolari e nella fisica dei sistemi complessi.
I docenti AIFiMM, formatisi direttamente con Mézières, hanno raccolto quelle intuizioni cliniche e le hanno progressivamente tradotte in un linguaggio biomeccanico rigoroso, capace di integrare l’analisi segmentaria dei singoli distretti con una visione sistemica dell’organismo.
Il modello biomeccanico AIFiMM si fonda su:
analisi vettoriale delle forze muscolari agenti sul sistema scheletrico;
studio delle risultanti di forza responsabili delle deviazioni assiali articolari;
correlazioni misurabili tra specifici accorciamenti muscolari e alterazioni articolari osservabili (valgismo del ginocchio, anteriorizzazione della testa omerale, rotazioni vertebrali, ecc.).
Questa razionalizzazione consente di mantenere l'efficacia clinica del Metodo Mézières, traducendo le intuizioni originali in un linguaggio biomeccanico verificabile.
Perché questo modello cambia concretamente il modo di lavorare
La razionalizzazione biomeccanica del Metodo Mézières non ha solo un valore teorico.
Produce una differenza operativa immediata nel ragionamento clinico.
Nel modello AIFiMM il lavoro sistemico non sostituisce l’intervento distrettuale, ma lo integra e lo rende preciso.
Questo rappresenta uno dei principali elementi distintivi della formazione AIFiMM.
Esempio clinico
Compressione radicolare lombare con sintomatologia associata
In una lettura semplificata del Metodo Mézières, l’intervento tende a essere prevalentemente "globale":
Questo approccio può produrre miglioramenti, ma lascia irrisolta una domanda clinica cruciale:
quale struttura sta generando quella compressione, in quel paziente, in quel momento?
Nel modello biomeccanico AIFiMM, il ragionamento è differente.
L’intervento parte da un’analisi distrettuale mirata, che consente di:
Contemporaneamente, il lavoro viene esteso all’intera catena muscolare coinvolta, per evitare che la correzione locale venga riassorbita dal sistema.
Il trattamento avviene quindi su due livelli simultanei:
Il vantaggio pratico per il fisioterapista
Questo doppio livello di intervento consente di:
Il Metodo Mézières, nel modello AIFiMM, non è quindi un’alternativa al lavoro distrettuale,
ma uno strumento che permette di sapere quando il lavoro distrettuale è necessario e quando non lo è.
In sintesi operativa
È questa integrazione che consente al fisioterapista di passare da un approccio correttivo generico a un ragionamento clinico preciso, verificabile e riproducibile.
Françoise Mézières rifiutava esplicitamente i termini “postura” e “globale”.
- Non si tratta "globalmente".
È un’espressione vuota, una parola passe-partout per nascondere l’assenza di precisione.
Si tratta ogni muscolo nella sua funzione meccanica precisa, nella sua linea di forza, nella sua azione sull’osso.
- Quanto a "postura"...la postura non è un fine, è una conseguenza.
Correggerla senza capire le forze che l’hanno prodotta è come ridipingere una casa che brucia
Françoise Mézières, Originalité de la Méthode Mézières
La postura non è un fine terapeutico, ma una conseguenza meccanica.
Correggerla senza comprendere le forze che l’hanno generata equivale a intervenire sull’effetto ignorandone la causa.
Per questo la formazione AIFiMM parla di:
analisi vettoriale,
risultanti di forza,
equilibrio FR–FL,
e non di “rieducazione posturale” o “trattamento globale”.
Con il linguaggio della biomeccanica moderna, il modello AIFiMM attribuisce una base scientifica a ciò che Mézières aveva colto con l’osservazione clinica.
Perché i muscoli si accorciano e cosa accade realmente alla biomeccanica articolare
Nella pratica clinica si osserva un fenomeno costante:
in assenza di patologie specifiche, i muscoli tendono progressivamente ad accorciarsi, modificando nel tempo la statica e la dinamica articolare.
Il modello AIFiMM interpreta questo fenomeno attraverso le leggi fisiche della deformazione dei materiali applicate al tessuto muscolare.
Dal punto di vista biomeccanico, il muscolo non è un elemento omogeneo:
la componente contrattile si comporta come un materiale elastico reversibile, mentre la componente connettivale presenta un comportamento plastico, capace di mantenere deformazioni residue proporzionali al prodotto forza × tempo.
Non è una patologia: è fisica applicata ai tessuti biologici.
Poiché il muscolo agisce sempre come forza compressiva e lo scheletro si adatta passivamente alle risultanti di forza, gli accorciamenti muscolari diventano il principale determinante delle alterazioni degli assi articolari.
Su queste basi si fonda il modello FR–FL, che rappresenta il cuore della lettura biomeccanica AIFiMM:
un muscolo accorciato è simultaneamente “troppo forte” dal punto di vista statico (Forza Resistente elevata, che altera gli allineamenti articolari) e inefficiente dal punto di vista dinamico (riduzione della Forza Lavoro e aumento dei compensi).
Forza Resistente e Forza Lavoro sono inversamente proporzionali: l'aumento della prima determina la diminuzione della seconda.
Questo paradosso spiega perché il rinforzo muscolare, in presenza di accorciamenti strutturali, non solo spesso non risolve il problema, ma può peggiorarlo.
Solo riducendo la Forza Resistente è possibile ripristinare efficienza meccanica e funzione.
Su queste basi fisiche si costruisce l’intero ragionamento clinico del modello AIFiMM.
Quando palpi un muscolo accorciato, non stai solo sentendo 'tensione' - stai percependo la coesistenza di due problemi: un tessuto che blocca l'articolazione (FR alta) e che contemporaneamente non riesce a fare il suo lavoro (FL bassa).
È un po' come un freno a mano tirato: più è tirato, più forza serve per muovere l'auto, ma quella forza non fa avanzare la macchina - combatte il freno.
È per questo che chiedere al paziente di 'rinforzare' quel distretto spesso peggiora il dolore: stai dando più potenza al motore senza togliere il freno.
Quando impari a riconoscere questa differenza sotto le mani, la valutazione cambia completamente.
Una volta chiarito perché il muscolo si accorcia, il modello AIFiMM compie il passo successivo:
spiegare perché le alterazioni articolari non si distribuiscono casualmente, ma emergono secondo direzioni ricorrenti e statisticamente prevedibili.
Questo è possibile grazie all’analisi vettoriale delle forze muscolari.
I muscoli non sono distribuiti simmetricamente attorno alle articolazioni.
Per ogni sistema agonista–antagonista esistono asimmetrie anatomiche intrinseche — per numero di muscoli, lunghezza delle linee di forza e obliquità di applicazione — che determinano vere e proprie dominanze vettoriali, indipendenti dall’allenamento o dalla volontà del soggetto.
Quando aumenta la Forza Resistente, queste dominanze emergono per prime e guidano la perdita della sequenza articolare fisiologica.
Non si tratta di “compensi casuali”, ma dell’esito prevedibile delle leggi fisiche applicate all’anatomia.
Per questo alcune alterazioni sono clinicamente ricorrenti, alcuni esempi:
Nella pratica clinica, quando osservi questi pattern sul corpo del paziente, l'omero è già intraruotato prima ancora di chiedere movimento.
Non è che "intraruota" - è già lì.
Come una crepa in un muro che segue le linee di minor resistenza.
La dominanza anatomica è già attiva in statica, e il movimento la amplifica.
Per questo la valutazione inizia dall'osservazione: ti dice già dove cercare.
Il ragionamento clinico cambia radicalmente:
non si parte più dall’osservazione per cercare una spiegazione, ma dalla conoscenza delle dominanze anatomiche per prevedere le alterazioni, verificarle nella valutazione e identificare rapidamente i vettori muscolari responsabili.
Questa previsione trova conferma anche nella patologia neurologica:
quando viene meno il controllo inibitorio centrale, come nell’emiparesi spastica, le stesse dominanze anatomiche emergono in modo amplificato.
Meccanismi diversi, stessa realtà strutturale.
Il collegamento con il modello FR–FL è diretto:
quando la Forza Resistente aumenta, i vettori sottodominanti non riescono più a bilanciare e l’articolazione devia secondo le direzioni anatomicamente dominanti.
È su queste basi che l'analisi vettoriale diventa uno strumento clinico preciso: permette di orientare fin dall'inizio la valutazione, ridurre la variabilità interpretativa e intervenire sui vettori causali.
Il modello biomeccanico AIFiMM integra osservazione e previsione: dalla conoscenza delle dominanze anatomiche si può anticipare quali alterazioni emergeranno.
Nel modello AIFiMM l’accorciamento muscolare non è considerato un evento locale o misterioso, ma l’esito finale di processi di regolazione del tono che coinvolgono più sistemi.
Indipendentemente dalla causa iniziale, il muscolo rappresenta l’effettore finale, lo strumento attraverso cui l’organismo realizza l’adattamento. Per questo il modello distingue diversi livelli.
Livello neurofisiologico: il tono basale è regolato da circuiti di integrazione sensoriale e motoria.
Il sistema nervoso utilizza il tono muscolare come strategia di protezione, attraverso riflessi antalgici “a posteriori” (dopo il dolore) e “a priori” (per prevenirlo).
Quando queste contrazioni si mantengono nel tempo coinvolgono la componente connettivale e si trasformano in accorciamenti strutturali: è un livello pienamente di pertinenza fisioterapica, perché si esprime nel sistema muscolo-scheletrico.
Livello biomeccanico: l’aumento di tono rappresenta una risposta di adattamento a perturbazioni dei carichi, degli assi articolari o dei baricentri.
Il sistema mantiene l’equilibrio al prezzo di un circolo auto-aggravante: alterazione meccanica → aumento del tono → accorciamento → nuova alterazione.
Ne derivano aumento della Forza Resistente, riduzione della Forza Lavoro, perdita di efficienza e progressiva rigidità: anche questo è un ambito tipicamente fisioterapico, perché produce alterazioni articolari osservabili e trattabili.
Esiste infine un livello psico–somatico, documentato in letteratura, in cui stati emotivi prolungati modulano il tono muscolare attraverso vie neurovegetative e centrali fino a poter degenerare in quadri ortopedici strutturati.
Qualunque sia il livello di origine, il denominatore comune è sempre lo stesso: il sistema utilizza il muscolo come effettore finale.
Quadri clinici molto diversi possono quindi convergere verso accorciamenti e pattern di compenso simili.
In pratica, il muscolo accorciato può essere "l'ultima fermata" di percorsi molto diversi.
Un paziente con lombalgia cronica può avere accorciamenti strutturali partiti da un'alterazione biomeccanica del carico, un altro da strategie di protezione antalgica mantenute anni dopo un trauma, un altro ancora da un compenso a distanza - un vecchio problema al piede non risolto che ha modificato gli appoggi.
Il pattern finale - lordosi accentuata, bacino antiverso, psoas accorciato - può sembrare identico.
Per questo la valutazione non si ferma alla lettura del "cosa vedo", ma cerca di capire quale livello mantiene attivo il problema, per evitare di trattare solo l'effetto finale.
Il compito del modello AIFiMM non è spiegare ogni possibile causa, ma leggere con precisione ciò che è biomeccanicamente di competenza, distinguendo tra causa primaria, adattamento muscolare e conseguenze articolari.
È su questa base che successivamente sarà introdotta l’analisi muscolo-scheletrico come sistema complesso.
Perché l’analisi sistemica è una necessità clinica, non un’opzione teorica
Nel 1947 Françoise Mézières formulò quella che definì la sua osservazione capitale:
i numerosi muscoli dorsali si comportano come un solo muscolo, troppo forte e troppo corto.
Quella che all’epoca era un’intuizione clinica empirica trova oggi una spiegazione rigorosa nella teoria dei sistemi complessi, che descrive il comportamento di sistemi costituiti da molti elementi interdipendenti e interagenti.
Il sistema muscolo-scheletrico umano è, a tutti gli effetti, un sistema complesso.
Questo significa che nessun distretto funziona in maniera isolata e che ogni intervento locale produce inevitabilmente adattamenti a livello sistemico.
Storicamente il concetto di catena muscolare ha rappresentato un primo superamento della visione segmentaria.
La biomeccanica sistemica AIFiMM interpreta il comportamento delle catene muscolari attraverso leggi fisiche dimostrabili, integrando anatomia e dinamica in un modello sistemico.
In un sistema complesso, il sintomo non coincide necessariamente con la sede del problema.
Un dolore locale può essere espressione di un’organizzazione sistemica alterata e tentativi di correzione isolata possono risultare non solo inefficaci, ma meccanicamente controproducenti.
È per questo che indicazioni come 'stai dritto' o molte auto-correzioni volontarie risultano spesso inefficaci: aumentano il tono complessivo e la Forza Resistente, peggiorando il bilancio energetico del sistema.
Un’altra caratteristica dei sistemi complessi è la presenza di abilità emergenti.
Quando specifici muscoli risultano inefficaci a causa di accorciamenti eccessivi, il sistema non si blocca: li bypassa, attiva sinergie alternative e sviluppa pattern di sostituzione.
Questo è molto visibile durante il movimento: chiedi al paziente di alzare il braccio e vedi che la prima cosa che si eleva è la spalla, o vedi che si sposta il bacino quando dovrebbe flettersi solo il femore.
Non è "scorretto" - è l'unica strategia che il sistema ha trovato per completare il movimento richiesto quando i muscoli che dovrebbero farlo primariamente sono troppo accorciati per lavorare.
È come prendere una strada tortuosa alternativa quando quella lineare principale è bloccata: funziona, ma costa molto di più in termini di energia e usura.
Questo spiega perché il rinforzo isolato dei muscoli sottodominanti non risolva il problema e perché alcuni muscoli monoarticolari vengano sistematicamente esclusi dal movimento.
Nel modello AIFiMM un sistema funziona in modo efficiente quando opera ai margini del caos, in una condizione in cui la Forza Lavoro prevale sulla Forza Resistente.
Quando invece la Forza Resistente aumenta, il sistema diventa rigido, il dispendio energetico cresce e la sequenza articolare fisiologica si perde.
Un sistema efficiente si muove con fluidità, senza sforzo visibile, con transizioni morbide tra un segmento e l'altro.
Quando la FR aumenta, il movimento diventa "a scatti", frammentato, con pause e compensi visibili.
Il paziente ti dice "faccio fatica a fare cose semplici" - non per debolezza, ma perché ogni gesto richiede il triplo dell'energia.
È come spingere il carrello della spesa con le ruote frenate: spingi forte ma avanzi poco, e ti stanchi subito.
Per queste ragioni, il Metodo Mézières non può essere ridotto a una tecnica locale né interpretato come una somma di correzioni segmentarie.
L’analisi sistemica non rappresenta un’aggiunta teorica: è la condizione necessaria per costruire un ragionamento clinico coerente, distinguere causa ed effetto e scegliere strategie terapeutiche efficaci.
È su queste basi che il modello AIFiMM passa dall’analisi meccanica al ragionamento clinico.
Dal sintomo alla distinzione tra sofferenza locale e organizzazione sistemica
Nel dolore muscolo-scheletrico il sintomo rappresenta sempre un’informazione clinica reale, ma non coincide automaticamente con la causa del problema.
In alcuni casi la sofferenza è genuinamente locale; in altri, l’articolazione sintomatica rappresenta l’esito di un’organizzazione adattativa che coinvolge più distretti.
Il modello AIFiMM non assume mai a priori che il dolore sia “riferito” o sistemico e il ragionamento clinico si fonda proprio sulla necessità di distinguere tra dolore di origine locale e dolore riferito, evitando interpretazioni generiche o spiegazioni non verificabili.
Il tono muscolare osservabile in clinica è il risultato di processi di regolazione neurofisiologica e biomeccanica che mirano a garantire stabilità e continuità del movimento.
Quando queste strategie adattative si mantengono nel tempo possono coinvolgere la componente connettivale del muscolo, tradursi in accorciamenti strutturali e modificare la sequenza articolare fisiologica.
Spesso il dolore emerge quando i margini di adattamento del sistema si riducono.
Nel modello AIFiMM il ragionamento clinico integra:
Questa distinzione è essenziale perché orienta in modo diretto la strategia terapeutica.
Quando la sofferenza è di origine locale l’intervento sul distretto sintomatico può essere risolutivo.
Quando invece il dolore è riferito, trattare esclusivamente la sede del sintomo produce miglioramenti transitori, destinati a non mantenersi nel tempo.
In pratica, è come quando si accende una spia sul cruscotto dell'auto: può essere il sensore guasto (problema locale - cambi il sensore e risolvi) oppure il motore che sta surriscaldando (problema sistemico - la spia è solo il messaggio).
Nel primo caso lavori dove fa male e il paziente migliora stabilmente.
Nel secondo, il dolore alla spalla che tratti può calmarsi per qualche giorno ma, se il problema parte da un bacino bloccato che costringe la colonna a compensare, la spalla tornerà a far male finché non sciogli il blocco primario.
Per questo i test di differenziazione sono fondamentali: non per "avere ragione" sul fatto che il dolore è riferito, ma per evitare di inseguire il sintomo senza modificare le forze che lo rigenerano.
Un passaggio del ragionamento clinico è la distinzione tra accorciamenti muscolari primari e secondari.
Nei primi, il sistema muscolare è origine del disassiamento articolare e il riequilibrio vettoriale può essere stabile ed efficace. Nei secondi, il muscolo rappresenta un adattamento a una problematica proveniente da altri apparati e richiede un inquadramento multidisciplinare per evitare recidive.
È per questo che alcuni miglioramenti durano e altri no.
Non perché il trattamento “funzioni o non funzioni”, ma perché le forze responsabili del disassiamento sono state, o meno, correttamente identificate e modificate.
Nel modello AIFiMM il sintomo può essere locale o riferito: ciò che conta non è l’interpretazione a priori, ma la capacità di distinguerli attraverso un’analisi biomeccanica precisa.
Come il modello AIFiMM guida l’intervento clinico
Nel modello AIFiMM i principi fisici non conducono a protocolli rigidi ma a criteri di orientamento clinico.
L’obiettivo del trattamento non è correggere una forma o normalizzare un’apparenza ma modificare le forze che mantengono il sistema in una condizione meccanicamente inefficiente, riducendo la Forza Resistente (FR) e ripristinando Forza Lavoro (FL) realmente disponibile.
Questo implica una distinzione fondamentale: le due componenti della fibra muscolare — contrattile e connettivale — rispondono a stimoli differenti e non possono essere trattate con le stesse modalità.
Il movimento spontaneo, pur essendo essenziale per la funzione, non è sufficiente a riallungare un sistema muscolare accorciato: rispetta sempre i limiti strutturali già presenti e i confini che il sistema nervoso ha accettato come sicuri.
È come quando provi a toccarti le punte dei piedi: arrivi fino a dove il corpo ti "permette" di andare, anche se spingi.
Quel limite non è strutturale - è il punto dove il sistema nervoso dice "stop, più in là è pericoloso".
Il movimento spontaneo rispetta sempre questo confine di sicurezza.
Il tessuto connettivale accorciato sta oltre quel confine: per raggiungerlo serve un lavoro guidato, dove il terapeuta porta il paziente gradualmente oltre il limite abituale, in condizioni controllate e sicure.
Quando l’accorciamento coinvolge la componente connettivale, il recupero di lunghezza richiede un intervento terapeutico guidato, capace di portare il tessuto oltre i limiti di adattamento spontaneo.
Il modello AIFiMM chiarisce perché non tutte le tecniche producono lo stesso effetto.
Agire solo sul tono muscolare, mobilizzare o allungare passivamente, può essere efficace sulla componente contrattile ma risulta insufficiente sul substrato connettivale responsabile dell’accorciamento residuo.
Da qui deriva l’utilizzo di contrazioni isometriche eseguite in massimo allungamento fisiologico o relativo, inserite in una strategia coerente e continuamente adattata alla risposta del sistema.
Nel modello AIFiMM la tecnica non è mai applicata in modo automatico.
La stessa manovra può produrre effetti opposti a seconda del contesto meccanico in cui viene inserita: se eseguita al di sotto del limite corretto può aumentare ulteriormente la Forza Resistente. Per questo la precisione del posizionamento, la lettura delle dominanze e l’osservazione continua della risposta del paziente sono clinicamente decisive.
Il trattamento efficace risponde sempre a una doppia logica:
da un lato risolvere il conflitto meccanico specifico che genera il sintomo, dall’altro evitare che la correzione locale produca un aumento complessivo delle tensioni.
Un intervento che migliora il locale ma irrigidisce il sistema è destinato a fallire. Un lavoro esclusivamente “globale”, che non affronta il conflitto reale può migliorare la sensazione generale senza risolvere il problema.
In pratica, vedi pazienti che escono dalla seduta più "sciolti", respirano meglio, si sentono più liberi - ma se chiedi di rifare il movimento che faceva male, il conflitto è ancora lì.
È come allentare tutte le viti di una macchina tranne quella bloccata: tutto sembra più morbido, ma il pezzo non si muove.
Serve trovare il punto dove la tensione si concentra davvero - la spalla che non abduce, il bacino che non ruota, il ginocchio che non si estende - e lavorare lì con precisione, senza irrigidire tutto il resto.
Ogni equilibrio osservabile, anche quando appare patologico, rappresenta la migliore soluzione adattativa che il sistema ha trovato in quel momento. Il miglioramento non è definito dalla simmetrizzazione visiva, ma dalla riduzione della tensione complessiva, dall’aumento dello spazio sistemico e dal recupero di efficienza funzionale.
I criteri di efficacia del trattamento non si limitano al sollievo immediato del sintomo.
A fine seduta devono essere presenti contemporaneamente un miglioramento locale, una riduzione complessiva della tensione e una maggiore capacità di adattamento del sistema, senza la comparsa di nuove strategie compensatorie. In assenza anche di uno solo di questi elementi, il risultato tende a essere instabile.
Quando verifichi a fine seduta, non ti chiedi solo "il dolore è passato?" ma anche "come si muove ora?" e "dove è andata a finire la tensione?".
Se la spalla si è sbloccata ma il paziente ora tiene il collo rigido, hai spostato il problema.
Se sta meglio ma il movimento è ancora frammentato, hai ridotto il sintomo ma non l'inefficienza.
Quando tutti e tre i criteri sono presenti insieme - dolore ridotto, movimento fluido, sistema più elastico - il miglioramento ha molte più probabilità di mantenersi.
Quando ne manca anche solo uno, il risultato rischia di essere transitorio.
Per questo il Metodo Mézières secondo AIFiMM non propone sequenze standardizzate ma una strategia clinica adattiva.
La priorità dell’intervento varia in funzione delle dominanze presenti e della risposta del sistema: talvolta è necessario lavorare prima sugli aspetti sistemici, altre volte affrontare direttamente il conflitto distrettuale, sempre evitando di generare rigidità complessiva.
Nell'applicazione clinica questo approccio si dimostra particolarmente efficace nei quadri cronici, recidivanti o resistenti, quando i sintomi si ripresentano nonostante i trattamenti precedenti, spesso perché le forze che li rigenerano non sono state identificate e modificate.
Il trattamento è sempre individuale, attivo e guidato. Richiede tempo, ascolto e osservazione, perché il compito del fisioterapista non è solo intervenire, ma comprendere e spiegare.
L’analisi vettoriale diventa così uno strumento clinico e comunicativo: permette di costruire un ragionamento verificabile e di rendere il paziente parte attiva del processo terapeutico. Questa comprensione condivisa è uno dei fattori principali che spiegano la stabilità dei risultati nel tempo.
Nel modello AIFiMM la tecnica è sempre subordinata al ragionamento clinico, il sintomo è un’informazione e l’efficacia del suo miglioramento si misura nella sua stabilità nel tempo.
È in questo equilibrio tra rigore biomeccanico e dimensione umana della relazione terapeutica che il Metodo Mézières trova la sua piena applicazione clinica — ed è su questo equilibrio che si fonda il percorso formativo AIFiMM.
| Approfondimento teorico |
I fondamenti fisici e clinici del modello biomeccanico sistemico AIFiMM sono raccolti in un mini e-book dedicato, che sviluppa in modo organico i concetti di accorciamento muscolare, analisi vettoriale e strategia clinica. 📘 Mini e-book AIFiMM – Fondamenti fisici e clinici del Metodo Mézières |
Il corso non richiede conoscenze pregresse di fisica o matematica avanzata.
I principi biomeccanici vengono introdotti in modo progressivo, partendo sempre dall’osservazione clinica del paziente e arrivando alla comprensione delle leggi fisiche che spiegano ciò che si osserva.
La maggior parte dei corsisti proviene da percorsi formativi standard e acquisisce gradualmente gli strumenti di analisi vettoriale attraverso esempi clinici, pratica supervisionata e casi reali.
La teoria non sostituisce la pratica:
serve a darle senso e coerenza.
Ipotesi, verifica e continuità della conoscenza
Il modello biomeccanico che presentiamo non è "la verità sul corpo umano".
È l'ipotesi più solida che siamo riusciti a costruire in 40 anni di lavoro clinico e teorico, basandoci sulle conoscenze attuali di fisica, fisiologia e biomeccanica e sulle intuizioni cliniche che Françoise Mézières ci ha trasmesso.
Sappiamo che le conoscenze di oggi saranno superate domani. Per questo ci posizioniamo con chiarezza in una continuità storica: Mézières ha raccolto le osservazioni cliniche della sua epoca e le ha tradotte in intuizioni rivoluzionarie. Noi abbiamo tradotto quelle intuizioni in linguaggio fisico-matematico verificabile. Altri, dopo di noi, affineranno, correggeranno, miglioreranno.
Se le conoscenze attuali fossero esaustive e definitive, faremmo tutti la stessa cosa.
Il fatto che esistano approcci diversi non significa che qualcuno ha ragione e altri sbagliano - significa che stiamo ancora esplorando un sistema complesso con strumenti limitati.
Per questo nei corsi non ci presentiamo come detentori di certezze assolute.
Invitiamo gli allievi a verificare quello che diciamo, a metterlo alla prova nella loro pratica clinica, a confrontarlo con altre conoscenze, a dubitare quando qualcosa non torna.
Il rigore scientifico non è difendere un modello a tutti i costi - è costruire ipotesi verificabili, testarle, affinarle, e accettare che saranno superate.
Il nostro compito non è trasmettere una dottrina ma preparare il terreno per chi verrà dopo.
Su queste basi si fonda il percorso formativo AIFiMM e la responsabilità che sentiamo verso gli allievi.
Mauro Lastrico e Laura Manni
Fisioterapisti, formati direttamente con Françoise Mézières (Parigi, 1988–1990)
Mauro Lastrico
"Tornato da Parigi avevo tra le mani un metodo potente, ma non ancora chiaro. Mézières era un genio — ma parlava per aforismi e metafore, senza dare troppe spiegazioni. Ho coinvolto un fisico e un ingegnere, e insieme abbiamo analizzato ogni sua affermazione alla luce delle leggi fisico-matematiche. Se posso riconoscermi un merito, è questo: aver contribuito a far uscire il metodo dall’alone di empirismo che l’aveva caratterizzato, dandogli il sostegno scientifico che meritava..."
Laura Manni
"Quando seppi di poter studiare con Françoise Mézières, per me fu la realizzazione di un sogno. In quegli anni lavoravo in ospedale con pazienti complessi — motori, respiratori, cardiologici — e cercavo qualcosa di più. Arrivai in Francia, al cospetto di una personalità geniale. Poi incontrai Mauro, e scoprimmo di aver intrapreso percorsi paralleli. Da lì è nato il nostro strumento di lavoro esclusivo: un metodo che unisce l’efficacia clinica alla comprensione profonda di ciò che accade nel corpo..."
Formazione, competenza e continuità didattica
Formazione e background
Fisioterapisti e docenti AIFiMM, si sono formati direttamente con Françoise Mézières a Parigi.
Da questo percorso comune hanno sviluppato il modello biomeccanico vettoriale AIFiMM, aggiornando il metodo originale attraverso strumenti analitici basati sulla fisica applicata e sull’analisi delle forze muscolari.
Competenza clinica e scientifica
Oltre 25 anni di esperienza clinica e didattica
Specializzazione nella valutazione vettoriale delle alterazioni articolari
Integrazione sistematica tra metodo originale e modello biomeccanico sistemico
Supervisione diretta dei corsisti durante tutte le fasi pratiche del percorso formativo
Pubblicazioni e contributo scientifico
Mauro Lastrico è autore del volume
“Biomeccanica muscolo-scheletrica e metodica Mézières”,
considerato il riferimento per la razionalizzazione scientifica del metodo secondo il modello biomeccanico sistemico.
Continuità didattica
Ogni seminario è condotto da uno dei due docenti, garantendo:
coerenza metodologica
progressione didattica uniforme
correzione individuale continua durante le sessioni pratiche
Fondamenti teorici e valutazione clinica
Blocco inferiore e articolazioni
Piano frontale e rotatorio - Patologie assiali e dell'arto superiore
Integrazione clinica avanzata
📄 Scarica il programma completo con il dettaglio degli argomenti trattati in ogni modulo
14 giornate formative (112 ore) suddivise in 4 seminari
Ogni partecipante sperimenta il metodo sia come operatore sia come paziente, per comprendere direttamente:
le forze vettoriali in gioco
gli effetti del trattamento sul sistema muscolo-scheletrico
le variazioni delle risultanti di forza
la relazione tra disassiamento scheletrico osservato e vettori muscolari predominanti
La supervisione continua dei docenti garantisce:
correttezza tecnica
coerenza biomeccanica
consolidamento del ragionamento clinico
Questa doppia certificazione permette al corsista di acquisire crediti riconosciuti sia nel sistema sanitario italiano sia nei principali registri professionali internazionali.
I materiali coprono sia la parte teorica (modello biomeccanico sistemico, fisica lineare e non lineare, analisi vettoriale) sia la parte storica-metodologica.
📄 Scarica il programma completo con il dettaglio degli argomenti trattati in ogni modulo
Quota di partecipazione
I partecipanti ai nostri corsi precedenti possono frequentare nuovamente senza costi aggiuntivi.
Bonifico bancario
Carta di credito
Pagamento in un’unica soluzione, oppure in 2 rate o 4 rate, senza interessi.
Efficacia clinica, evidenza disponibile e limiti strutturali della ricerca
Il Metodo Mézières ha ricevuto validazione scientifica attraverso studi condotti in centri universitari europei e pubblicati su database internazionali peer-reviewed.
Metodologia degli studi
🔍 Consulta gli studi su PubMed
Questi studi dimostrano efficacia superiore ai trattamenti convenzionali per lombalgia cronica, alterazioni scheletriche assiali e disfunzioni muscolo-scheletriche resistenti.
Il Metodo Mézières presenta una caratteristica distintiva che ne limita la ricerca su larga scala: non è protocollabile.
Ogni trattamento richiede:
Questa individualizzazione è il cuore dell'efficacia clinica, ma rende impossibile la standardizzazione necessaria agli RCT su grandi numeri, che richiedono protocolli rigidi replicabili da operatori diversi.
Gli studi disponibili provengono da centri specializzati dove l'intero team condivide formazione omogenea. Non da grandi ospedali generalisti, dove il Metodo Mézières è raramente implementato per ragioni strutturali:
Dove il Metodo è stato implementato sistematicamente (ASL che hanno formato tutto il personale), i risultati includevano azzeramento delle liste d'attesa mantenendo efficacia clinica elevata.
Ma questo modello organizzativo è oggi quasi scomparso.
AIFiMM fonda il proprio approccio su due pilastri complementari:
1. Mechanistic reasoning
Ragionamento clinico basato su:
2. Evidence-informed practice
Utilizzo critico delle evidenze disponibili, integrate con:
Ogni intervento è valutato non solo sull'efficacia immediata, ma sulla stabilità nel tempo.
Questo approccio riconosce che l'efficacia di un metodo non dipende solo dal numero di RCT pubblicati, ma dalla coerenza tra principi fisici, meccanismi biologici e risultati clinici osservabili.
Valutazioni ufficiali ECM (5.000+ schede, Ministero della Salute):
Articoli AIFiMM pubblicati dal CPD Certification Service (UK):
Certificazione CPD UK ottenuta dopo valutazione indipendente dei contenuti da commissione internazionale.
Il Metodo Mézières secondo AIFiMM:
L'assenza di grandi RCT non deriva da debolezza metodologica, ma dall'impossibilità di standardizzare ciò che è, per natura, individualizzato.
No, il corso parte dalle basi teoriche e guida progressivamente all'applicazione pratica.
Sì. La rifrequentazione è gratuita negli anni successivi (secondo disponibilità posti).
È possibile recuperare eventuali assenze in qualunque sede e data disponibile.
Sì, il pagamento può essere suddiviso in 2 o 4 rate senza interessi.
Le iscrizioni sono gestite esclusivamente online tramite il sito AIFiMM.
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